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Cosa ha fatto Ilaria Salis in Ungheria e che cosa rischia

di Redazione Roma

Ilaria Salis, Mattarella chiama il padre: "Vicino alla vostra famiglia"

La prossima udienza il 24 maggio: saranno ascoltati una vittima e due testimoni

3 aprile 2024
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2' di lettura

L’11 febbraio dell’anno scorso Ilaria Salis , 39 anni, insegnante di scuola elementare a Monza e attivista antifascista, viene arrestata mentre si trovava a bordo di un taxi insieme con due altri cittadini tedeschi. Lei e Tobias Edelhoff sono stati accusati di violenza e lesioni, la terza arrestata deve rispondere di aver pianificato gli attacchi.

I magistrati contestano all’italiana sia il reato di lesioni personali che quello di appartenere all’organizzazione antifascista Hammerbande, che ha come obiettivo quello di “colpire” a martellate presunti neonazisti. Per l’accusa Salis avrebbe partecipato a due atti di violenza del 10 febbraio. Uno contro un uomo - scambiato per un estremista di destra a causa del suo abbigliamento militare - in piazza Gazdagre’ ti, e un altro contro il musicista di estrema destra La’ szlo’ Dudog, le cui foto con il volto tumefatto fecero poi il giro del web. Lo scorso 29 gennaio inizia il processo.

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Salis in tribunale con le manette ai polsi e la polemica

Le immagini di Salis con le manette e le catene a piedi e polsi scatenano una polemica internazionale. In quell’occasione l’altro imputato tedesco si dichiara colpevole, ottenendo una condanna a 3 anni di reclusione. Al contrario, Salis continua a professare la sua innocenza rinunciando al patteggiamento. Di recente, il 28 marzo, viene respinta nuovamente la richiesta dei domiciliari questa volta in Ungheria. La prossima udienza il 24 maggio: saranno ascoltati una vittima e due testimoni.

Cosa rischia

Il rinvio a giudizio lo scorso novembre porta con sé una richiesta di condanna avanzata dall’accusa a 11 anni di carcere. Salis rischia fino a 24 anni di detenzione. Il portavoce del governo di Orbàn, Zoltan Kovacz, ha lanciato un messaggio chiaro: «Dobbiamo chiarire che nessun gruppo di estrema sinistra dovrebbe vedere l’Ungheria come una sorta di ring di pugilato dove arrivare e pianificare di picchiare qualcuno a morte», ha sottolineato su X.

Intanto Amnesty International Italia, organizzazione per i diritti umani, ha sottolineato le condizioni degradanti in cui è detenuta la donna, riferite dai suoi familiari e dai suoi legali, e ha evidenziato come la mancanza di traduzione di una parte degli atti processuali e di accesso ai video depositati come prove incriminanti violino il diritto, internazionalmente riconosciuto, a un processo equo.

Amnesty International Italia ha ricordato come i legali di Salis abbiano ripetutamente presentato istanza per chiedere che le misure cautelari fossero svolte nello stato di residenza dell’imputata, in ottemperanza alla Decisione quadro 2009/829/GAI del Consiglio: tali richieste, mai sostenute dall’ambasciata italiana a Budapest, sono state respinte dalla magistratura ungherese.

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