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Firenze, nasce il più grande polo di ricerca sull’invecchiamento

di Francesca Cerati

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Al via con un finanziamento di oltre 114 milioni di euro e un esercito di 350 ricercatori la sfida di Age-IT, uno dei 14 paternariati estesi previsti dal Pnrr

15 settembre 2023
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2' di lettura

Con un finanziamento di oltre 114 milioni di euro e un esercito di 350 ricercatori parte la sfida di Age-IT, il programma dedicato alla ricerca sui temi dell'invecchiamento, presentato oggi all'Università di Firenze.

Si tratta di uno dei 14 parternariati estesi - cioè una delle linee di investimento previste dal ministero dell'Università e della Ricerca all'interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) - che attraverso una rete di 27 partner (università, centri di ricerca, industrie, enti e organizzazioni), coordinati dall'Università di Firenze, saranno impegnati a studiare come la nostra società si sta evolvendo al fine di disegnare le possibili linee di intervento, da tutti i punti di vista: sociale, economico, biomedico e tecnologico.

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«Age-It mette l’Italia al centro della ricerca nazionale e internazionale sul tema dell’invecchiamento (e le sue sfide), declinato lungo l’intero arco della vita e affrontato nelle sue diverse dimensioni sociale, sanitaria, demografica - dichiara la rettrice dell’ateneo fiorentino, Alessandra Petrucci - Essere a capofila di questo partenariato riveste per l’Università di Firenze grande importanza, a cui corrisponde l’impegno e la responsabilità di contribuire alle prospettive future della nostra società».

Molte le domande che attendono una risposta e su cui indagare: ci sono limiti all’aumento della sopravvivenza in Italia? Qual è stato l’impatto di Covid-19? Perché la fecondità dell’Italia è tra le più basse al mondo? Qual è il ruolo delle politiche? Le migrazioni possono contrastare il processo di invecchiamento? Come cambiano le dinamiche sessuali e le dinamiche di formazione e scioglimento delle unioni in una società in cui viviamo sempre più a lungo? Qual è l’impatto del cambiamento climatico e dell’inquinamento sulla salute degli anziani? Che ruolo avrà la Silver Economy?

«Sono alcune delle questioni che affronteremo - sottolinea Daniele Vignoli, ordinario di Demografia all’Università di Firenze e coordinatore scientifico di Age-It, già vincitore di un finanziamento dell’European Research Council dedicato a “Incertezza economica e fertilità in Europa” - con l’obiettivo di fornire delle risposte sulla base delle evidenze scientifiche e delle previsioni di sviluppo delle conoscenze».

Nel 2050 gli ultraottantenni in Italia saranno 7 milioni e 600mila, 3 milioni in più di adesso (fonte Istat): un traguardo impressionante, se si pensa che nel 1950 donne e uomini che avevano compiuto gli 80 anni erano solo 500mila. Dal punto di vista demografico la popolazione italiana è eccezionale: unisce una fecondità estremamente bassa a uno dei più alti livelli di aspettativa di vita al mondo. Caratteristiche che rendono il nostro Paese il caso di studio perfetto a livello internazionale e che darà indicazioni utili alle società e popolazioni che vivono lo stesso trend demografico e analoghi problemi.

«Saremo al lavoro - prosegue Vignoli - per trovare le migliori soluzioni tecnologiche, sociali, medico-assistenziali e di policy per il benessere di una società dove gli equilibri tra le generazioni stanno cambiando radicalmente».


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