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Germania, debito nascosto: deficit doppio del dichiarato. Ue: no a fondi speciali

di Angelica Migliorisi

Germania, piano in 10 punti per la crescita e meno fisco alle imprese

Il ministro delle Finanze tedesco, Lindner, accusato di aver manipolato la finanza pubblica. Semaforo rosso anche da Bruxelles

7 settembre 2023
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4' di lettura

Sono trascorsi appena tre mesi da quando Christian Lindner, ministro delle Finanze tedesco, nel corso del Consiglio Ecofin di Lussemburgo, ammoniva: «Se si vuole mantenere stabile l'euro e il mercato unico, se si vuole rimanere competitivi servono regole fiscali che stabilizzino le finanze pubbliche». Peccato che quei conti pubblici, proprio in Germania, siano ballerini, proprio ora che Berlino, alla vigilia della discussione sul Patto di stabilità e crescita, si appresta a essere capofila indiscussa dei rigoristi.

Artifici contabili

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L'accusa proviene dalla Corte dei Conti tedesca (Bundesrechnungshof), secondo cui il governo di Olaf Scholz avrebbe nascosto le reali condizioni finanziarie del Paese trasferendo impegni finanziari pluriennali in veicoli finanziari speciali (Sondervermoegen), ossia all'interno di società create con il preciso scopo di redistribuire una massa di crediti tra un'ampia gamma di investitori. Una mossa in totale contrasto con le regole europee, sostiene la Bundesrechnungshof, che afferma come questi fondi debbano essere invece contabilizzati nelle finanze pubbliche e che, al momento, starebbero accumulando la massiccia cifra di 869 miliardi di euro.

Nel corso del tempo, infatti, il governo a guida Scholz ha sempre più attinto a fondi esterni al bilancio federale, tra cui un fondo speciale per potenziare le Forze armate (Bundeswehr) di 100 miliardi, 60 miliardi per raggiungere gli obiettivi climatici, 200 miliardi per la riconversione energetica. Nell'occhio del ciclone proprio la Bundeswehr. Nato l'anno scorso per fronteggiare l'emergenza in Ucraina e raggiungere l'obiettivo Nato di spendere almeno il 2% della produzione economica per la difesa a partire dal 2024, il fondo possiede una dotazione finanziaria di 100 miliardi di euro e dovrebbe essere destinato solo all'acquisto di armamenti e materiali. E non sembrerebbe essere andata così, visto che la Bundesrechnungshof contesta il progetto del governo di estenderne la destinazione d'uso, definendo la manovra “una violazione del diritto” e, pertanto, “inammissibile”.

Portavoce Ue: «Vietato usare fondi speciali per tagliare deficit»

Una mossa, quella di Berlino, che non è passata inosservata a Bruxelles. Sulla scia di quanto già precisato dalla Corte dei Conti tedesca, un portavoce della Commissione Europea ha sottolineato all'Adnkronos come ai Paesi membri dell’Ue non è consentito escludere «alcuna particolare spesa» dal deficit pubblico utilizzando «fondi speciali». «È un concetto statistico - ha proseguito - che viene calcolato dalle autorità statistiche nazionali ed europee, in linea con una metodologia concordata da tutti, conosciuta come Esa 2010 - prosegue - in accordo con questa metodologia, e allo scopo della nostra valutazione del rispetto delle regole di bilancio da parte degli Stati membri, non è possibile per alcun Paese membro escludere qualsivoglia particolare spesa dal deficit utilizzando metodi ad hoc, per esempio attraverso l’uso di fondi speciali».

Nuovo debito

Lindner si difende come può: periodi di emergenza richiedono interventi d’emergenza e «le misure di crisi, in particolare, sono generalmente grandi in termini di volume ma limitate nel tempo, come il freno ai prezzi del gas e dell’elettricità». Limitate nel tempo, dunque. E non è un caso che la bozza di bilancio presentata dal ministro delle Finanze alla Camera bassa del Parlamento tedesco (Bundestag) lo scorso 5 settembre preveda un nuovo debito netto di 16,6 miliardi di euro per il 2024, con una spesa di 445,7 miliardi di euro, in calo rispetto ai 476,3 miliardi stimati per il 2023. «La questione è il ritorno al freno all’indebitamento o, più precisamente, a finanze pubbliche sostenibili a lungo termine», aveva ribadito il ministro in quell’occasione. Quello stesso freno che era stato sospeso nel biennio 2020-2022 proprio per contribuire ad affrontare le crisi e che è stato ripristinato quest’anno.

Nello specifico, Lindner si è ripetutamente impegnato a rispettare il freno al debito (Schuldenbremse) sancito dalla Costituzione, che permette a Berlino di contrarre ogni anno solo una piccola quantità di nuovo debito. La regola fiscale mira a mantenere il rapporto debito/Pil tedesco al di sotto della fatidica soglia del 60%, in vigore da Maastricht in poi.

Le critiche dell'opposizione

Le cose, però, rischiano di andare in modo molto diverso da quanto prospettato dal ministro, tanto che i revisori dei conti parlano di «debito nascosto». Nel 2024, infatti, Lindner e compagni potrebbero dover fare i conti con un deficit pari a 85,7 miliardi di euro, nonché con un deficit del 2,4% del Pil (lontano dallo 0,4% dichiarato), se si includono le spese extra per la Bundeswehr e la crisi energetica.

Non si sono fatte attendere le critiche delle opposizioni. Per Mathias Middelberg, vicecapogruppo della Cdu, «Christian Lindner si vanta di rispettare il freno al debito e di tornare alla normalità delle finanze pubbliche. Purtroppo, nessuna delle due affermazioni è vera». L'Unione Cristiano-Democratica, d'altronde, prova a mettere zizzania nella coalizione di governo, dove socialdemocratici di sinistra (Spd), verdi e Fdp, divisi tra interventisti e cauti, non sembrano allineati sulla questione “tagli”.

In ogni caso, non è difficile immaginare come la baraonda politico-finanziaria che sta investendo la Germania poterebbe oltrepassare i confini nazionali. Se anche la “locomotiva d'Europa” sbaglia , chi sarà il nuovo benchmark europeo adesso? E soprattutto, con quale credibilità Berlino potrà porsi da “falco” nella discussione sul Patto di stabilità e crescita? Ciò che è certo è che per l'Europa sarà un autunno molto, molto caldo.

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