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Vicenda Fassino, quanto guadagna un deputato e il confronto con la media degli stipendi italiani

di Nicoletta Cottone

Piero Fassino mostra la busta paga: "Non prendiamo stipendi d'oro"

Dopo le polemiche sollevate da Fassino che sventola il cedolino in aula («Non è certamente uno stipendio d’oro»), conti alla mano quanto entra nelle tasche degli onorevoli

3 agosto 2023
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5' di lettura

Ha fatto molto discutere il gesto del deputato Piero Fassino (Pd) di sventolare in aula alla Camera il cedolino da 4.718 euro netti. Una boutade per dire che «l’indennità che ciascun deputato percepisce ogni mese dalla Camera» è certamente «una buona indennità, ma non è uno stipendio d’oro». Fassino però non ha detto che con diaria e rimborsi la cifra a disposizione dei parlamentari supera i 13.300 euro al mese.

La retribuzione media degli italiani

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E anche se fossero “solo” 4.718 euro al mese, sarebbe comunque una cifra ben diversa dalla retribuzione media annua lorda per dipendente degli italiani che, secondo i dati Istat, è pari a 28.781 euro.

La dichiarazione dei redditi di Fassino

Consultando la dichiarazione dei redditi pubblica dell’onorevole Fassino emerge che ha un reddito da lavoro dipendente di 159.874 euro, a cui si aggiungono altri 16.472 euro di cedolare secca. Il parlamentare dem dichiara all’erario una imposta lorda di 62.150 euro. Lo scorso anno Fassino ha effettuato erogazioni liberali per 4.719 euro e ha utilizzato a pieno i bonus edilizi per ristrutturazione ed efficientamento energetico delle sue proprietà immobiliari, beneficiando di crediti d’imposta rispettivamente di 7.893 euro e di 1.282 euro. Per spostarsi utilizza una Fiat 500 L e fra terreni e fabbricati ha sei beni immobili: un appartamento a Roma e un casale a Scansano (Gr) in comproprietà, due appartamenti di proprietà e una autorimessa a Torino, terreni agricoli a Buttigliera Alta (To).

L’indennità parlamentare netta è fra 4.750 e 5mila euro al mese

Ma quanto entra in tasca davvero a un deputato della Repubblica italiana? Dal 1° gennaio 2012, l’importo netto dell’indennità parlamentare, per 12 mensilità, è di 5.269,04 euro, a cui devono poi essere sottratte le addizionali regionali e comunali (la misura varia in relazione al domicilio fiscale del deputato). Tenuto conto del valore medio di tali imposte addizionali, l’importo netto mensile dell’indennità parlamentare è di circa 5mila euro. La misura netta si determina in base all’importo lordo di 10.435 euro, sul quale sono effettuate le ritenute previdenziali (pensione e assegno di fine mandato), assistenziali (assistenza sanitaria integrativa) e fiscali (Irpef e addizionali regionali e comunali).Per i deputati che svolgono un’altra attività lavorativa, l’importo netto dell’indennità ammonta a circa 4.750 euro, corrispondenti a 9.975 euro lordi.

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La diaria da 3.500 euro

I deputati hanno diritto, poi, al riconoscimento della diaria a titolo di rimborso delle spese di soggiorno a Roma (legge 1261/ 1965). Attualmente si tratta di 3.503,11 euro, a seguito della riduzione disposta dall’Ufficio di Presidenza nella riunione del 27 luglio 2010 (la riduzione durerà fino al 31 dicembre 2025). Questa cifra viene decurtata di 206,58 euro per ogni giorno di assenza del deputato dalle sedute dell’Assemblea in cui si vota con procedimento elettronico. Altro dettaglio: è considerato presente il deputato che partecipa almeno al 30% delle votazioni nell’arco della giornata. Per chi frequenta poco la Camera l’Ufficio di Presidenza, nelle riunioni del 25 ottobre 2011 e del 30 gennaio 2012, ha deliberato una ulteriore decurtazione fino a 500 euro mensili in base alla percentuale di assenze dalle sedute delle Giunte, delle Commissioni permanenti e speciali, del Comitato per la legislazione, delle Commissioni bicamerali e d’inchiesta, delle delegazioni parlamentari presso le Assemblee internazionali.

Rimborso delle spese per l’esercizio del mandato: 3.690 euro

Nella riunione del 30 gennaio 2012, l’Ufficio di Presidenza ha istituito un «rimborso delle spese per l’esercizio del mandato» che sostituisce il contributo per le spese legate al rapporto tra eletto ed elettori. Si tratta di 3.690 euro (dopo la riduzione di 500 euro del luglio 2010) e ogni deputato lo riceve direttamente con modalità:

- per un importo fino a un massimo del 50% a titolo di rimborso per specifiche spese che devono essere attestate: collaboratori (sulla base di una dichiarazione di assolvimento degli obblighi previsti dalla legge, corredata da copia del contratto, con attestazione di conformità sottoscritta da un professionista); consulenze, ricerche; gestione dell’ufficio; utilizzo di reti pubbliche di consultazione di dati; convegni e sostegno delle attività politiche;

- per un importo pari al 50% forfetariamente.

Trasporti e viaggi: fino a 3.995 euro a trimestre

I deputati hanno in tasca tessere per la libera circolazione autostradale, ferroviaria, marittima e aerea per i trasferimenti sul territorio nazionale. Per le tratte dalla residenza all’aeroporto più vicino e tra l’aeroporto di Roma Fiumicino e Montecitorio, è previsto un rimborso spese trimestrale in due fasce: 1) di 3.323,70 euro, per il deputato che deve percorrere fino a 100 chilometri per raggiungere l’aeroporto più vicino al luogo di residenza; 2) la cifra sale a 3.995,10 euro se la distanza da percorrere è oltre i 100 chilometri.

Spese telefoniche: 1.200 euro l’anno

Nel corso degli anni è stato ridotto l’importo del rimborso forfetario per le spese telefoniche. L’Ufficio di Presidenza lo ha ridotto dal 1° aprile 2014, facendolo scendere da 3.098,74 a 1.200 euro annui.

Assistenza sanitaria: si pagano poco più di 500 euro

Il deputato gode anche di una assistenza sanitaria ad hoc. Versa mensilmente, in un apposito fondo, una quota della propria indennità lorda, pari a 526,66 euro, destinata al sistema di assistenza sanitaria integrativa che eroga rimborsi secondo un tariffario.

Assegno di fine mandato: versano circa 784 euro al mese

Il deputato versa mensilmente, in un fondo ad hoc, una quota della propria indennità lorda, pari a 784,14 euro. Al termine del mandato parlamentare, il deputato riceve l’assegno di fine mandato, che è pari all’80% dell’importo mensile lordo dell’indennità, per ogni anno di mandato effettivo (o frazione non inferiore ai sei mesi).

Indennità parlamentare a garanzia del libero svolgimento del mandato elettivo

L’indennità parlamentare è prevista dall’articolo 69 della Costituzione, «a garanzia del libero svolgimento del mandato elettivo». Sono gli Uffici di presidenza delle Camere che - in base all’articolo 1 della legge 1261/1965 hanno il compito di determinare l’ammontare dell’indennità mensile in misura in modo che non superi «il dodicesimo del trattamento complessivo massimo annuo lordo dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di cassazione ed equiparate».

I tagli operati nel corso degli anni

Per il contenimento delle spese, l’Ufficio di Presidenza della Camera è intervenuto in più occasioni con misure per «ridurre il trattamento economico dei deputati, «che risulta oggi notevolmente inferiore rispetto al limite previsto dalla legge», spiegano gli esperti della Camera. Per esempio, nel 2006, l’importo dell’indennità parlamentare è stato ridotto del 10 per cento. Dal 2007, per 5 anni, c’è stata la sospensione degli adeguamenti retributivi, poi prorogata a tutto il 2013. Per il triennio 2011-2013, l’indennità è stata ulteriormente ridotta del 10% per la parte eccedente i 90mila euro, e del 20% per la parte eccedente i 150mila euro lordi annui. La riduzione è raddoppiata per i parlamentari che svolgono un’attività lavorativa per la quale percepiscono un reddito uguale o superiore al 15% dell’indennità parlamentare. Una ulteriore riduzione dell’indennità è stata deliberata dall’Ufficio di Presidenza in data 30 gennaio 2012. L’Ufficio di Presidenza ha poi disposto la proroga, fino a tutto il 2020, delle misure di riduzione dell’indennità parlamentare e di sospensione del suo adeguamento. La Camera dei deputati calcola che in assenza delle riduzioni e delle sospensioni l’importo dell’indennità parlamentare sarebbe di 16.393,12 euro.

 

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