La Borsa, gli indici del 13 settembre 2023
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - L'inflazione americana salita al massimo da giugno 2022 mette il freno alle Borse europee, che hanno chiuso in calo, pur se sopra i minimi di giornata. Segno meno quindi su tutte le piazze europee: in rosso il FTSE MIB di Milano, il CAC 40 di Parigi, il DAX 30 di Francoforte, l'AEX di Amsterdam e l'IBEX 35 di Madrid. Ha retto il FT-SE 100 di Londra, anche se il Pil della Gran Bretagna è sceso dello 0,5% a luglio, dopo il +0,5% di giugno e con stime a -0,2%,
Se è vero che il dato sui prezzi negli Stati Uniti ha riportato in auge la possibilità che la Federal Reserve prosegua con i rialzi dei tassi, tra gli analisti c'è chi ritiene che l'ago della bilancia sarà il dato sull'inflazione "core", quello che esclude energia e generi alimentari e che, in realtà, è calato come da aspettative. Per il verdetto bisognerà aspettare il 20 settembre, giorno del meeting della Fed, ma il mercato continua sostanzialmente a scommettere su una pausa nei rialzi, motivo per cui anche Wall Street tiene e procede a corrente alternata.
Intanto, i riflettori sono puntati sulla Bce: con le nuove proiezioni di Francoforte, che vedono un dato sui prezzi al consumo superiore al 3% anche nel 2024, riprende vigore l'ipotesi di un nuovo giro di vite: «Le probabilità di un rialzo dei tassi da parte della Bce sono balzate ad oltre il 70% dal 41% di lunedì», dicono gli analisti di Mps. Intanto, delle sfide economiche europee ha parlato anche la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, nel discorso sullo Stato dell'Unione, ribadendo che cittadini e aziende non saranno lasciati soli nelle sfide che devono affrontare, anche nell'ottica della transizione green.
Wall Street a corrente alternata, dopo un'inflazione più alta del previsto: in chiusura indici contrastati con variazioni minime. Ad agosto, l'inflazione Cpi è aumentata mensilmente dello 0,6%, in linea con le attese, mentre il dato core, ovvero quello depurato dalla componente dei prezzi dei beni alimentari ed energetici, è cresciuto dello 0,3%, contro attese per un +0,2%. Su base annuale, il dato generale ha messo a segno un +3,7%, sui massimi da 14 mesi, contro attese per un +3,6%, dopo il +3,2% di luglio. Il dato core ha registrato un +4,3%, in linea con le attese, dopo il +4,7% di luglio.
Sull'azionario, debole Inditex (Zara) dopo i conti che hanno registrato un balzo degli utili migliore delle attese ma con costi operativi in crescita, mentre a Milano occhi puntati sulle banche dopo che l'Abi ha detto in audizione che la tassa sugli extraprofitti è incostituzionale e con la Bce che ha bocciato il provvedimento: secondo Francoforte, «l’imposta straordinaria può rendere più costoso per le banche attrarre nuovo capitale azionario e finanziamento all’ingrosso, in quanto gli investitori nazionali ed esteri potrebbero avere meno interesse a investire in enti creditizi italiani che hanno prospettive più incerte». Si muove in rialzo Banca Pop Er , bene anche Intesa Sanpaolo, Banca Mps e Banco Bpm. In coda Cnh Industrial, in controtendenza Iveco Group . Debole Stmicroelectronics in un contesto di debolezza generale dei tech dopo il calo dell'1% del Nasdaq della vigilia. Deboli le utility.
Il petrolio gira in negativo, dopo il rialzo a sorpresa delle scorte settimanali americane, ma resta comunque poco sotto i massimi in 10 mesi: il Brent novembre è a 92,04 dollari (-0,01%) mentre il Wti ottobre è a 88,78 dollari (-0,1%). «Dall’ultimo report dell’Opec è emersa la prospettiva di oltre 3 milioni di barili al giorno di deficit di produzione globale
nell’ultimo trimestre dell’anno, in marcato rialzo dagli 1,8 milioni di barili dell’attuale trimestre. Se realizzato, si tratterebbe del deficit maggiore dal 2007», dicono gli analisti di Mps. In tarda serata anche il report mensile dell’Aie ha confermato le revisioni, con marcata
revisione al ribasso delle scorte Ocse.
Sul valutario, il dollaro mantiene le posizioni e l'euro resta schiacciato a 1,0731 (1,0736 in avvio, da 1,072 ieri in chiusura). Contro lo yen la moneta unica è a 158,39 (158,10 in apertura, da 157,87). Il cross dollaro/yen è in rialzo a 147,58 (147,25 in avvio, da 147,14), con le aspettative di uscita dalla politica monetaria a tassi zero emerse nel weekend.
Si muove in rialzo per lo spread tra BTp e Bund. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005518128) e il titolo tedesco di pari durata si attesta a 178 punti, tre in più rispetto alla chiusura di martedì. In aumento anche il rendimento del BTp decennale benchmark che si porta al 4,44% rispetto al 4,39% della vigilia.
Rendimenti in forte rialzo, con il record da oltre dieci anni fatto segnare dal BTp triennale, nell'asta in cui il Tesoro ha piazzato bond a medio-lungo termine per 9,75 miliardi complessivi. Nel dettaglio, è stata assegnata la terza tranche del BTp a 3 anni scadenza 15/09/2026 per 3,25 miliardi con un rendimento lordo in rialzo di 15 punti base al 3,86%, nuovo record dal 2012. La richiesta ha sfiorato i 4,9 miliardi per un rapporto di copertura di 1,51. Il Mef ha poi collocato la prima tranche del BTp a 7 anni scadenza 15/1/2030 per un importo di 4 miliardi con un rendimento lordo in rialzo di 31 punti base al 4,21 per cento. La richiesta per il nuovo settennale è stata pari a 5,64 miliardi, per un rapporto di copertura di 1,41. La quarta tranche del BTp a 30 anni scadenza 01/10/2053 è stata collocata per 1,5 miliardi con un rendimento del 4,89 per cento. La domanda si è attestata a 2,44 miliardi per un rapporto di copertura di 1,63. Infine, è stata collocata la 22ma tranche del BTp a 30 anni off-the-run scadenza 01/09/2040 per un ammontare di 1 miliardo con un rendimento al 4,74% e una domanda a 1,67 miliardi (1,68).
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Stefania Arcudi
Redattore Radiocor
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