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Matteo Salvini, ministro e vicepremier, allarga la crepa nel centrodestra sul caso Vannacci. C’è uno spazio politico da occupare subito, quello dove si è ben accomodato il generale che il ministro della Difesa Guido Crosetto ha destituito con provvedimento disciplinare per le tesi omofobe, contro i migranti e le femministe del suo libro. Fonti leghiste fanno infatti sapere di una «telefonata molto cordiale» tra il vicepremier Matteo Salvini e il parà. Salvini promette che leggerà il libro e intanto chiede di giudicare il generale «per quello che fa in servizio. Se poi scrive qualcosa che non ha niente a che fare con i segreti di Stato o il suo lavoro ha tutto il dovere e diritto di farlo. La condanna al rogo come Giordano Bruno non mi sembra ragionevole».
Pressing del Pd: «Che cosa pensa di questa vicenda la premier, che finora si è trincerata in un imbarazzante silenzio? Da che parte sta Giorgia Meloni?», twittano i Dem con Antonio Misiani.
La spaccatura in maggioranza è evidente «Io credo - ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani (Fi) commentando il caso Vannacci a margine della presentazione del libro di Andrea Riccardi a Fondi - che in Italia tutti abbiano diritto di esprimere le proprie idee, bisogna però essere prudenti quando si occupano incarichi di grande responsabilità perché le opinioni legittime e personali rischiano di diventare opinioni dell’istituzione che si rappresenta. Da qui è nata un’incomprensibile polemica sulle Forze armate che invece vanno tutelate, difese, protette e rispettate per il lavoro che svolgono ogni giorno in Italia e all’estero per tutelare l’interesse nazionale».
«Il generale Vannacci è stato additato come un pericolo. Ma io me lo comprerò questo libro, perché prima di commentare e giudicare è giusto conoscere e capire. Leggerò il libro di questo generale che ha fatto missioni in Somalia, in Iraq, in Afghanistan, che ha salvato vite, che ha difeso la patria, il paese, la bandiera, i nostri ragazzi, che fece delle denunce sull’uranio impoverito che tanto male ha fatto a tanti militari. Mi rifiuto di pensare che in Italia esista un Grande fratello che ti dice: questo lo puoi leggere e questo non lo puoi leggere». Lo ha detto Salvini durante una diretta sui suoi canali social in merito al libro “Il mondo al contrario” scritto dal generale Roberto Vannacci. Salvini ha anche avuto una telefonata definita «molto cordiale» con Vannacci. «Il generale va giudicato per quello che fa in servizio, poi se scrive qualcosa che non ha niente a che fare con i segreti di Stato o il suo lavoro, ma esprime i suoi pensieri poi penso che abbia tutto il dovere e il diritto di farlo. Mi cercherò qualche ora per leggere quello che molti, a cominciare da alcuni giornalisti di sinistra, hanno commentato e aver condannato senza averlo letto tutto. Si legge, poi potrò essere d’accordo, in disaccordo, parzialmente d’accordo però la condanna al rogo a mo’ di Giordano Bruno nell’Italia moderna e solidale del 2023 non mi sembra assolutamente ragionevole».
«Il nuovo Sindacato carabinieri esprime un particolare e sentito ringraziamento al generale il quale, grazie al suo libro, che ha creato così tanto scalpore e divisione nella società civile e militare, ha fatto conoscere al mondo intero che anche per i militari è garantito il diritto costituzionale della libertà di pensiero di cui all’art. 21 ribadito dall’art. 1472 del Codice ordinamento militare». Così in una nota il Nuovo Sindacato dei carabinieri difende il libro di Vannacci, che ha fatto tanto discutere in questi giorni. “Seguiremo con molta attenzione le contestazioni che verranno confutate al generale perché finalmente capiremo se la politica e le forze armate vogliono progredire e comprendere se è il caso di rivedere la legge sulle relazioni sindacali militari e la posizione del cittadino in uniforme rispetto ai diritti costituzionali e se lo stesso sia un cittadino come gli altri o se di classe sociale inferiore” ha aggiunto Roberto Di Stefano, segretario generale aggiunto del nuovo sindacato. “Siamo sicuri che da adesso in poi, grazie al clamore suscitato dal generale Vannacci, nessun sindacalista militare sarà più punito o trasferito o sottoposto a esame disciplinare per aver espresso il proprio pensiero nell’esercizio dell’attività sindacale”, ha concluso Massimiliano Zetti, segretario generale del nuovo Sindacato carabinieri.
Mentre sui social l’hashtag #IostoconVannacci monta e in molti difendono il generale Roberto Vannacci per le frasi scritte nel suo libro “Il mondo al contrario” nel centrodestra, non solo il coordinatore di FdI Giovanni Donzelli e diversi esponenti del partito, ma anche il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi difendono a spada tratta il militare alto in grado.
«Non entro nel merito» del libro scritto dal generale Roberto Vannacci. Se qualcuno si sente offeso ci sono gli organismi preposti. Ma non spetta a me dare un timbro di bontà o no delle idee. Da sempre mi batto per difendere il diritto di esprimere anche, anzi direi soprattutto, idee diverse dalle mie. Non è che dobbiamo fare gli agenti del politicamente corretto». Così Giovanni Donzelli, responsabile Organizzazione di Fratelli d’Italia, in un’intervista al ’Corriere della Sera’.
Donzelli non ha nascosto nei giorni scorsi una certa irritazione nei confronti del ministro Crosetto sostenendo che «non è compito della politica vagliare la correttezza morale dei contenuti degli scritti. Né del governo, né di un partito di minoranza», accusando indirettamente il ministro di aver duramente condannato il generale Roberto Vannacci, autore del libro “Il mondo al contrario”, in cui palesa le sue tesi omofobe e attacca migranti e femministe. Il parà, dopo le polemiche scatenate dal suo testo in vendita online e dopo l'azione disciplinare avviata da Crosetto, è stato destituito e rimosso dalla carica di presidente dell'Istituto geografico militare.
ll ministro della Difesa Guido Crosetto non ci sta e twitta: «Se il gen. Vannacci avesse scritto un libro sostenendo tesi opposte a quelle che sostiene in questi, io mi sarei comportato esattamente allo stesso modo, da Ministro. Chi mi attacca, da una parte o dall’altra, si sarebbe comportato all’opposto. Si, siamo diversi, e molto»
Donzelli nell’intervista al Corriere cerca però di moderare i toni sostenendo che Crosetto «ha fatto benissimo» ad avviare l’azione disciplinare. «Rappresentando un ministero delicato – osserva Donzelli – ha attivato un meccanismo previsto dalle procedure dell’esercito. In modo che si potesse verificare se ciò che ha fatto corrisponde alle regole militari oppure no». Frasi più concilianti, ma che non colmano le distanze tra i due. E alla opposizione che grida allo scandalo, Donzelli ribatte: «Ma cosa vogliono? La lapidazione in piazza? Il rogo dei libri che non condividono? Il gulag delle idee che non corrispondono alle tante correnti con cui litigano? Non voler eliminare il favor familiae non è omofobia, è la Costituzione». Dalla parte di Crosetto si schiera il dem Lorenzo Guerini, presidente del Copasir ed ex ministro della Difesa: «“Le decisioni adottate sono ineccepibili e in linea con l’ordinamento vigente. Le polemiche contro il ministro della Difesa per averle avallate sono senza senso, una sorta di riflesso condizionato in difesa delle farneticazioni di cui abbiamo, purtroppo, abbondantemente letto».
Intanto il 19 agosto arriva la proposta di Forza Nuova di candidare il generale Roberto Vannacci alle elezioni suppletive di Monza per il seggio vacante dopo la morte di Silvio Berlusconi. Lo annuncia un comunicato in cui si spiega che il segretario di Fn, Roberto Fiore, è «l’unico uomo politico ad oggi ad aver difeso il Generale Vannacci per il suo libro e le sue parole». «Nella speranza che sia contro la guerra, e contro la follia vaccinale - dice Fiore -, chiedo a Roberto Vannacci di presentarsi, per Forza Nuova, alle elezioni suppletive di Monza. Un atto di coraggio che lombardi ed italiani apprezzerebbero. Gli italiani vogliono una Rivoluzione Italiana».
Offerta respinta da Vannacci. «Io faccio il soldato e voglio continuare a fare il soldato. Ringrazio sempre chi mi esprime fiducia e lo faccio anche nei confronti di un partito politico, di qualsiasi partito politico. Tuttavia continuerò a fare il soldato e non ho fatto progetti per altre attività. È chiaro che le offerte che si ricevono, in qualsiasi ambito, sono dimostrazioni di fiducia, perciò ogni volta ringrazio per la fiducia che mi viene data». Così il generale Roberto Vannacci rispetto all’invito pubblico di Forza Nuova a candidarlo a Monza. «Non ho progetti per altre cose - ha sottolineato - io continuo a fare il soldato»
Vannacci, 55 anni, già a capo dei paracadutisti della Folgore e poi alla guida dell'Istituto geografico militare, nel libro finito al centro delle polemiche, parlando di omosessuali e coppie gay, affermava: “normali non lo siete, fatevene una ragione!” E ancora: “la normalità è l'eterosessualità. Se a voi tutto sembra normale, invece, è colpa delle trame della lobby gay internazionali”. Parlando della legittima difesa il generale non usava mezzi termini. Se un ladro entra in casa “perché non dovrei essere autorizzato a sparargli, a trafiggerlo con un qualsiasi oggetto mi passi tra le mani”, “se pianto la matita che ho nel taschino nella giugulare del ceffo che mi aggredisce, ammazzandolo, perché dovrei rischiare di essere condannato?”.
Dopo la notizia della destituzione il generale è stato intervistato dalla trasmissione di Rete4 “Diario del giorno”: «L’odio è un sentimento come l’amore - ha detto il generale -. Penso sia lecito provare odio, disprezzo per qualcuno. Sono libero di provare odio per chi stupra i bambini? Certo che si, ma facendolo non sto istigando ad un linciaggio. È un disprezzo che viene espresso nei confronti di un’azione - ha continuato -. Rivendicare la libertà di sentimento è lecito e legittimo. Nel mio libro non mi sono mai rivolto a delle categorie. Non vedo perchè dovremmo vivere in un mondo che prova solo amore». «La libertà di opinione e le idee si devono confrontare sul piano delle argomentazioni e non della gogna mediatica» ha aggiunto.
Ma il Pd reputa la destituzione di Vannacci insufficiente. «Il semplice trasferimento di Vannacci non è sufficiente. La sua presenza ai vertici dell'Esercito continua a recare discredito e disonore alle forze armate, a cui va sempre il riconoscimento per difendere i valori costituzionali che lui offende» scrive in un tweet Alessandro Zan, responsabile Diritti della segreteria del Partito Democratico.
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