di Nicola Barone
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Non accennano a calare i casi di Dengue in Italia, che in totale si attestano a 261 quando erano 249 la scorsa settimana. Di questi i casi autoctoni, cioè trasmessi localmente in Italia, salgono a 49 (contro i 42 precedenti). Sono riferiti a tre episodi di trasmissione non collegati tra loro in provincia di Lodi (28 casi confermati), in provincia di Latina (2 casi) e in provincia di Roma (18 casi con esposizioni in diverse parti della città metropolitana e 1 caso ad Anzio, per cui sono in corso indagini per verificare eventuali collegamenti epidemiologici). I numeri emergono dal bollettino della febbre Dengue aggiornato al 10 ottobre dall’Istituto superiore di sanità (Iss).
Tutti i casi, di cui è noto l’esito, sono guariti o in via di miglioramento come risulta essere la donna ricoverata allo Spallanzani di Roma. La Lombardia (86) e il Lazio (60) sono le Regioni con più casi. L’età media dei pazienti è 36 anni e il 55% è maschio. Si nota però come, rispetto alle scorse settimane, in altre Regioni si sono manifestati casi: Sicilia (1), Marche (1), Liguria (1). «La cosa che ci può preoccupare e che ad oggi 49 sono casi autoctoni e non da viaggio. Questo significa che il cambiamento del clima nel nostro Paese ha portato ad avere un numero superiore di zanzare vettori del virus», spiega Massimo Ciccozzi, epidemiologo al Campus Bio-Medico di Roma.
La Dengue è causata da quattro virus molto simili (Den-1, Den-2, Den-3 e Den-4) e passa agli esseri umani con punture di zanzare che hanno, a loro volta, punto una persona infetta. Non c’è contagio diretto tra esseri umani anche se l’uomo è il principale ospite del virus che circola nel sangue dai due ai sette giorni, periodo nel quale la zanzara può prelevarlo e trasmetterlo ad altri. I sintomi sono abbastanza importanti. Vanno dalla febbre alta al mal di testa con dolori articolari anche forti, ma più importante anche se in rari casi è l’emorragia con decorso mortale.
Quali le contromisure? «I Comuni devono ricorrere ad una disinfestazione programmata. Nel piccolo vanno evitate le acque stagnanti (i sottovasi ad esempio) dove le zanzare depositano le uova bisogna munirsi di repellenti», avverte Ciccozzi. Esiste il vaccino TAK-003 per la prevenzione della malattia sui quattro sierotipi, somministrato con uno schema a due dosi a 0 e 3 mesi. «Ma chiaramente - mette in chiaro l’esperto - ad oggi lo consiglierei a chi viaggia in zone endemiche per questa malattia, quindi per chi va ma anche per chi ritorna».
Nicola Barone
Redattore
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