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Addio al soprano Renata Scotto, una delle più grandi interpreti del ’900

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La soprano Renata Scotto (GettyImages)

La soprano Renata Scotto (GettyImages)

L’inizio della sua carriera, come lei stessa ha raccontato più volte in alcune interviste, è stato caratterizzato da un errore dei suoi primi maestri di canto a Milano, che le avevano attribuito una voce da contralto

16 agosto 2023
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2' di lettura

È morta nella notte nella sua Savona Renata Scotto, una delle più importanti voci di soprano del ’900. Aveva 89 anni. Il suo debutto appena diciannovenne al Teatro Gabriello Chiabrera della sua città, come Violetta nella ’Traviata’. Da quel momento inizia l’ascesa ininterrotta che la porta il 7 dicembre 1953 sul palcoscenico della Scala di Milano ne ’La Wally’ di Catalani: un trionfo.

La fama internazionale arriva però nel 1957 quando la Scala porta ad Edimburgo ’La sonnambula’ di Vinvcenzo Bellini con Maria Callas. Un grande successo, tanto che il teatro milanese decide di aggiungere altre repliche che però la Callas non può cantare per altri impegni. La Scala chiama allora Renata Scotto a sostituirla, e per il soprano ligure è un trionfo tale che da quel momento brilla nel firmamento della lirica internazionale.

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In un’intervista di qualche anno fa, in occasione del Prix Italia della Rai cui partecipava, la Scotto ammoniva i giovani cantanti perché “non hanno la pazienza di costruire una carriera - diceva - hanno fretta di arrivare subito nei teatri importanti senza prima fare la famosa gavetta, che porta via dieci o più anni. Ma la colpa maggiore è spesso degli agenti che fanno cantare loro un repertorio sbagliato”.

Contralto o soprano? La decisione del pubblico

Artista dotata di una versatilità più unica che rara, la Scotto ha cantato con esiti sempre straordinari un repertorio vastissimo che va da Giovanni Battista Pergolesi ad Arnold Schoenberg, passando per Mozart, Rossini, Bellini, Verdi, Puccini, Strauss e perfino Wagner.

L’inizio della sua carriera, come lei stessa ha raccontato più volte in alcune interviste, è stato caratterizzato da un errore dei suoi primi maestri di canto a Milano, che le avevano attribuito una voce da contralto. Lei però, spinta dalla numerosa famiglia che aveva molto a cuore il suo futuro come cantante lirica, si è sottoposta a un’audizione con un altro maestro. Questi, dubbioso che il suo registro vocale fosse quello del contralto, decise di far stabilire al pubblico se la Scotto fosse un contralto oppure un soprano. Dopo aver cantato a un concerto l’aria di Azucena del ’Trovatore’ (’Stride la vampa’) e quella di Aida del terzo atto (’Cieli azzurri’), il pubblico in sala ’stabilisce’ che la Scotto è un soprano. La sua carriera infatti si è sviluppata prima come soprano lirico-leggero e poi come drammatico d’agilità.


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