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Economia

Impennata dei costi del vetro per bottiglie: l’Antitrust accende un faro

di Micaela Cappellini

Vetro per bottiglie troppo caro, mercato del vino a rischio

Secondo i dati di Coldiretti e Filiera Italia, il costo del vetro cavo per le bottiglie ha fatto segnare un aumento del 58% nell’arco di 18 mesi

9 novembre 2023
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2' di lettura

Sull’impennata del costo del vetro si è acceso anche il faro dell’Antitrust. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato una istruttoria per una presunta intesa restrittiva della concorrenza sulla vendita delle bottiglie di vetro. Sotto la lente sono finite nove aziende: Berlin Packaging Italy, Bormioli Luigi, O-I Italy, Verallia Italia, Vetreria Cooperativa Piegarese, Vetreria Etrusca, Vetri Speciali, Vetropack Italia e Zignago Vetro. Secondo l’Autorità, le società si sarebbero coordinate, almeno a partire dal 2022, nel richiedere ai propri clienti analoghi aumenti di prezzo delle bottiglie di vetro nello stesso arco temporale.

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Incremento del 58% in 18 mesi

Da tempo le associazioni dei produttori di vino lamento la corsa dei prezzi di quella che per loro è una materia prima fondamentale per la produzione. Secondo i dati di Coldiretti e Filiera Italia, il costo del vetro cavo per le bottiglie ha fatto segnare un aumento del 58% nell’arco di 18 mesi. Secondo l’analisi del Centro Studi Divulga su un campione di 300 aziende nel periodo dicembre 2021- maggio 2023, se nel 2022 il balzo dei costi è stato giustificato dai picchi di prezzo per l’elettricità (543 euro per megawattora) e per il gas (233 euro per megawattora), la successiva discesa delle quotazioni energetiche non ha avuto nessun effetto positivo sui prezzi del vetro.

Competitività a rischio

L’aumento incontrollato del prezzo del vetro, sostengono i vignaioli, contribuisce a minare la competitività del vino italiano sul mercato proprio in un momento in cui le vendite del vino made in Italy hanno subito una battuta d’arresto sul mercato nazionale e su quello internazionale. Frenano in particolare le vendite all’estero, e soprattutto quelle negli Stati Uniti, che rappresentano il principale mercato di sbocco del vino italiano, con un crollo dell’8% nei primi sette mesi del 2023. Per la prima volta dopo sette anni, inoltre, l’Italia ha perso la leadership come produttore di vino in Europa e nel mondo con una produzione stimata di 43,9 milioni di ettolitri, in calo del 12% rispetto all’anno scorso, mentre la Francia è diventata il primo produttore con 45 milioni di ettolitri, in aumento dell’1,5% rispetto all’anno precedente.

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