di Micaela Cappellini
Vetro per bottiglie troppo caro, mercato del vino a rischio
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Sull’impennata del costo del vetro si è acceso anche il faro dell’Antitrust. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato una istruttoria per una presunta intesa restrittiva della concorrenza sulla vendita delle bottiglie di vetro. Sotto la lente sono finite nove aziende: Berlin Packaging Italy, Bormioli Luigi, O-I Italy, Verallia Italia, Vetreria Cooperativa Piegarese, Vetreria Etrusca, Vetri Speciali, Vetropack Italia e Zignago Vetro. Secondo l’Autorità, le società si sarebbero coordinate, almeno a partire dal 2022, nel richiedere ai propri clienti analoghi aumenti di prezzo delle bottiglie di vetro nello stesso arco temporale.
Da tempo le associazioni dei produttori di vino lamento la corsa dei prezzi di quella che per loro è una materia prima fondamentale per la produzione. Secondo i dati di Coldiretti e Filiera Italia, il costo del vetro cavo per le bottiglie ha fatto segnare un aumento del 58% nell’arco di 18 mesi. Secondo l’analisi del Centro Studi Divulga su un campione di 300 aziende nel periodo dicembre 2021- maggio 2023, se nel 2022 il balzo dei costi è stato giustificato dai picchi di prezzo per l’elettricità (543 euro per megawattora) e per il gas (233 euro per megawattora), la successiva discesa delle quotazioni energetiche non ha avuto nessun effetto positivo sui prezzi del vetro.
L’aumento incontrollato del prezzo del vetro, sostengono i vignaioli, contribuisce a minare la competitività del vino italiano sul mercato proprio in un momento in cui le vendite del vino made in Italy hanno subito una battuta d’arresto sul mercato nazionale e su quello internazionale. Frenano in particolare le vendite all’estero, e soprattutto quelle negli Stati Uniti, che rappresentano il principale mercato di sbocco del vino italiano, con un crollo dell’8% nei primi sette mesi del 2023. Per la prima volta dopo sette anni, inoltre, l’Italia ha perso la leadership come produttore di vino in Europa e nel mondo con una produzione stimata di 43,9 milioni di ettolitri, in calo del 12% rispetto all’anno scorso, mentre la Francia è diventata il primo produttore con 45 milioni di ettolitri, in aumento dell’1,5% rispetto all’anno precedente.
Micaela Cappellini
redattore
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