di Alessandro Longo
5' di lettura
C’è chi, un piccolo manipolo di appassionati di tecnologia in verità, ormai cerca informazioni online quasi solo così.
Tramite intelligenza artificiale.
Qualche esperto la chiama futuro della search. Invece di usare il classico motore di ricerca – quasi sempre Google – adoperare i nuovi strumenti di intelligenza artificiale generativa per trovare risposte e informazioni utili. Obiettivo: essere più veloci nel raggiungere il risultato, ma anche riuscire a fare cose impossibili con i classici motori. Un rapporto di Gartner uscito qualche giorno fa stima che la metà delle persone cercheranno via IA, invece che con i motori, entro il 2028. Forse è un’esagerazione, ma è probabile che siamo comunque all’inizio di una nuova era. Fatto sta che tutti i big ci stanno puntando, anche integrando in modo forte (Microsoft) o prudente (Google) le nuove funzionalità nei motori tradizionali.
La novità è così dirompente che si sta creando anche uno spazio per nuovi entranti. Tra questi spicca Perplexity AI, startup su cui hanno investito Jeff Bezos (creatore di Amazon) e Nvidia, il colosso dei chip che alimentano l’intelligenza artificiale generativa.
Per capire quanto è buona questa “ricerca 2.0” (come la chiamano alcuni), abbiamo provato Perplexity IA al confronto con Google Bard e Copilot di Microsoft. Sono tutti strumenti gratuiti.
Il giudizio complessivo è che sì, si risparmia tempo per molte ricerche rispetto al metodo tradizionale. Invece di mettere assieme diversi risultati di ricerca, abbiamo la “pappa pronta” con informazioni dirette. È anche vero però che, per un approfondimento di quei risultati, non possiamo fermarci a quanto ci dice l’IA e dobbiamo poi consultare le fonti, fare altri prompt o persino tornare al motore tradizionale. Insomma, a volte quanto offerto dall’IA può bastare; altre volte, per ricerche più complesse, è un utile spunto iniziale.
Un primo esempio di ricerca provata. “Consigliami i migliori posti da vedere ad Atene dal 12 al 14 agosto e poi un’isola da visitare, per cinque giorni successivi, adatta a una famiglia con bambini piccoli e bellissimo mare”. Su un motore significherebbe confrontare quello che ci dicono diversi siti e provare a trovare una corrispondenza con le nostre esigenze.
Perplexity prima di tutto ci fa una domanda per capire meglio i nostri interessi, per raffinare il prompt. È una delle caratteristiche speciali di questa IA. Un’altra è la possibilità di condividere con terzi la ricerca fatta e così ci permette di lavorarci assieme per raffinamenti successivi. La ricerca diventa insomma un lavoro condiviso con prompt di più persone assieme. Per il turismo, Perplexity ci offre una paginetta con le principali attrazioni ad Atene e le spiagge consigliate, per i bambini. Peccato che suggerisca pure “un’altra opzione interessante, con chilometri di sentieri escursionistici per i bambini più grandi”. Meno male che avevamo scritto che erano piccoli. Più sintetico CoPilot, ma più preciso. Tre opzioni ad Atene e un paio di spiagge, con attività adatte ai bambini piccoli.Più esaustivo Bard e anche preciso. Persino ci crea un itinerario (giorno 1: arrivo ad Atene, visita…eccetera). Dà anche consigli su come viaggiare con bambini piccoli. Aggiunge anche le immagini nella risposta. È il vincitore su questa ricerca.
Cambiamo esigenza. Vogliamo comprare un paio di scarpe da corsa. Anche qui su Google saremmo costretti probabilmente a confrontare diversi risultati di ricerca e prodotti per capire quelli più adatti alle nostre esigenze specifiche. “Consigliami un paio di scarpe per la corsa e dove comprarle, adatte all’allenamento su asfalto, per circa 50 km alla settimana con sessioni tra i 10 e i 12 km. Piede a pianta larga. Appoggio neutro. Obiettivo della corsa è salute, non massima performance”.Preciso Perplexity, suggerisce modelli e argomenta; in più dà consigli in merito. Sintetico, come al solito, Copilot, persino troppo; in più dà consigli poco in linea, adatti più a chi cerca la velocità. Bocciato quindi per questa ricerca. Completa la risposta con annunci di scarpe da comprare.Sintetico anche Bard, ma più preciso di Copilot ed è anche quello che offre più idee su dove comprare le scarpe consigliate. Vince Perplexity AI.
Affrontiamo ora un tema spinoso. “Ci sono studi che correlano l’insorgenza di malattie rispetto alla vicinanza con l’autostrada?”. La mezza paginetta di Perplexity, con link a fonti (studi) è un buono spunto per iniziare e potrebbe pure bastare per avere una conferma generale che sì, c’è una correlazione.Bard conferma pure, ma non cita gli studi. Dobbiamo chiederglieli con un altro prompt e ce li elenca. Ma senza link (che pure avevamo chiesto di inserire).Copilot è molto sintetico, non cita gli studi ma linka alla Fondazione Veronesi per confermare la correlazione.Vincitore: Perplexity AI.Anche rispetto a una ricerca su Google, dove in effetti solo il primo risultato offre una qualche risposta immediata (un articolo di Focus), anche se non altrettanto completa. Altri risultati sono o non attinenti o tecnici (direttamente lo studio), da studiare.
Immaginiamo ora l’esigenza ci cercare informazioni da inserire in una slide o documento di lavoro, magari già in formato tabella. Qualcosa che non possiamo affatto fare su un motore di ricerca tradizionale.“Crea una tabella delle regioni italiane con il numero di termovalorizzatori”.Perplexity AI ce la fa e cita il Sole24Ore come fonte. Idem Copilot. Bard pure, con funzioni anche di esportazione in Fogli, ma non cita la fonte. Offre però in più un commento alla tabella (non richiesto, ma utile): “Come si può notare, il numero di termovalorizzatori è concentrato nelle regioni del Nord, con Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana che rappresentano circa il 70% del totale. Le regioni del Centro e del Sud presentano invece un numero di impianti molto inferiore. È importante notare che questi dati si riferiscono ai termovalorizzatori attivi al 31 gennaio 2024. È possibile che alcuni impianti siano in fase di costruzione o di autorizzazione, e quindi che il numero effettivo di termovalorizzatori in Italia sia superiore a 37”.Vince Perplexity.
Perplexity sembra prevalere in questa prova. Conferma Simone Righini, consulente in ambito digitale per diverse aziende, esperto di seo e di IA: “Perplexity AI è lo strumento migliore, per completezza e velocità della ricerca.Bard ha fatto meglio nella ricerca turistica e in generale ha un’estetica e multimedialità migliore; peccato fatichi con le fonti. Il consiglio, soprattutto per chi per lavoro usa i motori di ricerca, è di cominciare a prendere dimestichezza con questi strumenti, senza trascurare il nuovo entrante poco noto Perplexity. Forse fra poco non potremo fare a meno di cercare in questo modo le informazioni online e averle anche già elaborate in una forma più utilizzabile.
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