di Marika Gervasio
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È cresciuto del 16,4% l’export cosmetico made in Italy verso l’Asia nel 2022, superando il miliardo di euro, circa il 19% del totale delle esportazioni dei nostri prodotti nel mondo. In testa, Hong Kong e Cina, dove l’export italiano nel 2021 ha ripreso a correre dopo lo stop causato dalla pandemia. A trainare le vendite italiane in quest’area sono i profumi, pari al 41% dell’export totale con una crescita del 30% per un valore di 383 milioni di euro. Molto richiesti anche i prodotti per il viso e per il corpo con 310 milioni di euro e un incremento del 20%. Rinomati e sempre più amati anche i prodotti per capelli che registrano un trend positivo di quasi il 27% e un valore di 121 milioni di euro.
In particolare, i mercati del lusso e del beauty stanno crescendo velocemente in Cina che rappresenta un’opportunità importante per i brand italiani: i consumi di bellezza l’anno scorso hanno superato i 70 miliardi di euro con un tasso di crescita annuo del 9,6%. L’e-commerce ha rappresentato circa il 23% degli acquisti. Tra i prodotti esteri più ricercati dagli acquirenti locali, secondo un’analisi di Retex China – società che supporta i brand occidentali nel processo di internazionalizzazione digitale sul mercato cinese – fragranze, make-up e creme di alta gamma o di lusso, come quelli italiani che attirano i cinesi grazie ai concetti di lifestyle e benessere legati al made in Italy.
In tutto questo la digitalizzazione gioca un ruolo fondamentale: oltre ad acquistare online, i consumatori cinesi si informano sui canali social. Dunque la presenza su piattaforme come WeChat, Tmall e JD.com, è fondamentale. In questo senso è necessario, è il consiglio di Retex China, «sviluppare una strategia di e-commerce cross-border potrebbe essere la soluzione migliore per approcciarsi al complesso mondo economico cinese, ma è opportuno non dimenticarsi delle reti fisiche più tradizionali, come grandi magazzini e negozi specializzati. A monte di tutto ciò, serve chiaramente dotarsi di tutte le certificazioni necessarie per operare nel più vasto mercato mondiale: la burocrazia locale è articolata e solo ottenere il certificato di registrazione sanitaria per i cosmetici potrebbe richiedere 18-24 mesi».
Marika Gervasio
redattore
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