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Così l’intelligenza artificiale trasforma il settore sanitario

di Antonino Caffo

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(tippapatt - stock.adobe.com)

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Uomo e macchina possono ancora andare d'accordo in uno scenario sanitario in cui tagli e riduzioni mettono a rischio non solo la puntualità dell'assistenza ma anche la qualità del servizio

13 luglio 2023
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3' di lettura

Appena 5,80 secondi. È il tempo impiegato, in media, da una piattaforma di intelligenza artificiale per eseguire un audit clinico, in confronto ai 10 giorni necessari a un operatore umano per giungere allo stesso risultato. Numeri forniti nel 2020 dalla Task Force del G20 sull'economia digitale e gli impatti dell'Ai e che, visti i recenti sviluppi dell'informatica, rischiano di ampliare ulteriormente il divario. Eppure, uomo e macchina possono ancora andare d'accordo in uno scenario sanitario in cui tagli e riduzioni mettono a rischio non solo la puntualità dell'assistenza ma anche la qualità del servizio.

«Le potenzialità dell'intelligenza artificiale in sanità sono enormi», sottolinea Andrea Celli, managing director di Philips Italia, Israele e Grecia. «Le soluzioni sul mercato permettono di ricavare informazioni strategiche in modo sempre più veloce e preciso, per una gestione predittiva e più personalizzata». È il caso di Philips SmartSpeed, che applica l'Ai a strumenti di risonanza magnetica (Rm). La piattaforma si basa su due tecnologie di radiologia con intelligenza artificiale, Compressed Sense e Adaptive-Cs-Net, che insieme velocizzano il tempo di scansione, senza compromettere la qualità delle immagini. SmartSpeed punta a offrire imaging rapido e di alta qualità per una gamma ampia di pazienti, da quelli che accusano dolore a chi ha difficoltà a trattenere il respiro durante l’esame o che indossa impianti a compatibilità Rm condizionata. Ma non è solo tecnologia: «Per Philips, il valore dell’Ai si fonda sull’esperienza umana, sulla possibilità di unire la potenza degli algoritmi a una profonda conoscenza clinica. Nascono soluzioni da integrare nei flussi di lavoro degli operatori sanitari e nel percorso di cura del paziente, senza difficoltà anzi con estrema naturalezza. L'innovazione tecnologica in sanità può essere umana e sostenibile, con le persone al centro».

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Che strumenti di Ai siano già una realtà, anche in Italia, lo dimostra l’azienda ospedaliero-universitaria Senese. Qui, l'Ai è usata per il miglioramento dei percorsi clinico-diagnostici, in particolare per l’analisi di immagini ottenute con Rm e Tc (tomografia computerizzata). Il fine? «Valutare il grado l’entità degli ictus e prendere decisioni terapeutiche in modo più tempestivo ed efficace» afferma Antonio Davide Barretta, direttore generale dell'Azienda. «In caso di ictus ischemico acuto, con l’ausilio dell’Ai, i clinici possono visualizzare informazioni su posizione, estensione e gravità, fattori fondamentali per il processo decisionale e per garantire la migliore terapia».

L'attenzione verso l’innovazione è confermata dalla rete locale Saihub, Siena Artificial Intelligence Hub, un collante progettuale tra imprese, mondo della ricerca e centri di eccellenza, e dalla presenza dell'azienda ospedaliera nell’alleanza Aioti, rete europea che riunisce i soggetti impegnati nello sviluppo e nell’implementazione dell’Internet delle Cose e dell’Ai anche in campo sanitario. Peraltro, l'ospedale ha un progetto di studio sulla sindrome di Rett, anche questo basato sull'utilizzo dell'Ai per la previsione dell'insorgenza dei sintomi e la variabilità fenotipica associata.

Ma se il trend del momento è rappresentato dai chatbot , l'healthcare non ne è esente. Microsoft , che ha investito pesantemente in OpenAi , ha messo assieme vari strumenti di intelligenza artificiale per migliorare scenari specifici, come la comprensione dell'andamento di analisi e l'individuazione delle incoerenze nel tempo. Sono quattro i pilastri di questa visione di “sanità intelligente”: il large language model di Gpt, il chatbot ChatGpt, il linguaggio di programmazione Codex e la piattaforma Dall-E 2, già famosa per essere il motore che fa girare Bing Image Creator, sito web che tutti possono usare per creare opere grafiche a partire da poche indicazioni testuali. Mettendo assieme questi elementi, con i primi tre che sono integrati nel recente Gpt-4, Microsoft riesce non solo a dare “in pasto” ai suoi algoritmi centinaia di pubblicazioni scientifiche, che facciano da sfondo alle attività di addestramento dell'Ai, ma anche a velocizzare il monitoraggio dei pazienti, con semplici finestre di chat in cui gli assistenti digitali forniscono suggerimenti, indicazioni e migliori pratiche da seguire. Così il follow-up “aumentato” non toglie nulla al lavoro del medico, anzi lo valorizza, lasciando che le intuizioni siano guidate dai dati.

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