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Chip Huawei difettoso blocca l'intelligenza artificiale in Cina

di Biagio Simonetta

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Chip Huawei difettoso blocca l'intelligenza artificiale in Cina

Chip Huawei difettoso blocca l'intelligenza artificiale in Cina

La combinazione hardware/software non garantisce stabilità. E le difficoltà di avere chip Nvidia (a causa del ban americano) acuiscono il problema

3 settembre 2024
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2' di lettura

La corsa cinese all’intelligenza artificiale sta subendo un curioso rallentamento a causa del malfunzionamento di un chip che, almeno sulla carta, doveva essere la risposta di Pechino a Nvidia. Si tratta dei processori Ascend di Huawei, che secondo quanto riporta il Financial Times, sta creando non pochi problemi.

L’alternativa a Nvidia

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Huawei, colosso cinese della tecnologia, è emerso come capofila nella corsa allo sviluppo di un’alternativa nazionale al leader globale del settore, l’americana Nvidia. Soprattutto dopo che Washington ha ulteriormente rafforzato i controlli sulle esportazioni verso la Cina di silicio ad alte prestazioni lo scorso ottobre.

I problemi

Nel giro di pochi mesi, la serie di processori Huawei Ascend è diventata un’opzione molto popolare tra i gruppi di intelligenza artificiale. Ma diversi addetti ai lavori del settore lamentano bug, e sostengono che i chip di Huawei siano ancora molto indietro rispetto a quelli di Nvidia. Soprattutto nella fase iniziale, che è quella della formazione dei modelli linguistici. Alla base di questi problemi di stabilità ci sarebbe una connettività inter-chip più lenta e il software sviluppato da Huawei chiamato Cann, inferiore all’ormai famoso Cuda di Nvidia.

Huawei è una delle tante aziende che cercano di rompere la morsa di Nvidia sui chip AI creando processori e software alternativi. Per ora, però, il progetto non sembra funzionare.

Tra coloro che si lamentano di Cann ci sono anche i dipendenti della stessa Huawei. Un ricercatore dell’azienda di Shenzhen ha definito Ascend «difficile e instabile da usare».

In tutto questo, però, va segnalato che la forza lavoro in mano a Huawei (oltre 200mila dipendenti, in maggioranza ingegneri) sembra poter far fronte ai problemi di questi mesi. E un team di esperti sarebbe già al lavoro in questo senso. Anche perché il business dei chip AI non ammette sconti.

Da quando gli Stati Uniti hanno rafforzato i controlli sulle esportazioni verso la Cina, ad ottobre 2023, Huawei ha aumentato il prezzo dell’Ascend 910B, il chip utilizzato per l’addestramento, del 20-30 per cento. Ma molti clienti di Huawei hanno espresso preoccupazione per le limitazioni di fornitura del chip Ascend, probabilmente dovute a difficoltà di produzione, con le aziende cinesi impossibilitate ad acquistare macchinari all’avanguardia per la produzione di chip dalla società olandese ASML, per via delle limitazioni americani.

Huawei ha visto una forte domanda per i suoi chip AI. Giovedì scorso ha segnalato un aumento del 34 percento nei ricavi del primo semestre. Ma la corsa cinese all’AI passa dalle sue capacità.

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