Crisi dei chip, Google svilupperà proprie CPU
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Sul Nasdaq, debutto molto positivo per il titolo di Arm, il colosso britannico dei microprocessori. Dopo aver fissato il prezzo dell’Ipo a 51 dollari per azione, pari al valore massimo della forchetta tra 47 e 51 dollari presentata in precedenza, il titolo - con il ticker ARM - ha aperto a 56,10 dollari, in rialzo di oltre il 10%. Il prezzo è salito fino a 61 dollari, per poi assestarsi poco al di sotto dei 60 dollari per poi accelerare in chiusura a 63,60 dollari (+24,6%).
Il prezzo di collocamento valutava la società 54,5 miliardi di dollari, un valore comunque inferiore ai 64 miliardi di dollari ipotizzati da SoftBank Group, la holding giapponese che controlla Arm, quando ha di recente acquisito la partecipazione detenuta dal suo Vision Fund. Dopo l’Ipo, Softbank continuerà a detenere circa il 90% delle azioni di Arm. Per la società britannica, è un ritorno in Borsa: dopo averla acquistata nel 2016, Softbank decise di delistarla - quello stesso anno - da Londra e New York, su cui era stata quotata nel 1998. Le contrattazioni saranno seguite con attenzione per valutare lo stato di salute del mercato delle Ipo, che dall’anno scorso ha subito una battuta d’arresto: secondo il Wall Stret Journal, è il periodo più fiacco per le Ipo tradizionali a Wall Street da almeno due decenni, a causa dell’aumento dei tassi di interesse e dell’inflazione, che hanno allontanato gli investitori dalle scelte più rischiose.
La quotazione è stata osservata con attenzione come barometro per le offerte pubbliche iniziali nel settore tecnologico. Si tratta della più grande quotazione in due anni da quando il produttore di vetture elettriche Rivian ha debuttato nel 2021, raccogliendo circa 12 miliardi di dollari. Negli ultimi 18 mesi le valutazioni delle aziende tecnologiche sono crollate dai massimi dell’era della pandemia a causa dell’incertezza economica e dell’aumento dei tassi di interesse.
L’Ipo raccoglierà circa 4,9 miliardi di dollari per SoftBank, che ha offerto il 9,4% delle azioni della società. Dopo l’Ipo, il gruppo giapponese controllerà ancora circa il 90% delle azioni della società. I grandi clienti tecnologici dei progetti di chip di Arm, tra cui Apple, Google, Nvidia, Samsung, Intel e Tsmc, hanno dichiarato di voler acquistare azioni di Arm per un valore di 735 milioni di dollari al prezzo dell’Ipo. Le banche che sottoscrivono la quotazione hanno chiuso gli ordini per le azioni martedì, un giorno prima del previsto. Goldman Sachs, JPMorgan e BofA Securities fanno parte di un esercito di 28 banche protagoniste dell’Ipo di Arm.
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