Norme e Tributi
Pubblicità

Norme e Tributi

Migranti, Italia condannata per trattamento inumano

di Marina Castellaneta

Migranti, proseguono i trasferimenti dall'hotspot di Lampedusa

La minore inizialmente era stata collocata in un centro predisposto per i non maggiorenni, ma poi era stata posta in un centro per adulti

1 settembre 2023
Pubblicità

2' di lettura

I minori stranieri non accompagnati non possono essere ospitati in centri di accoglienza per adulti perché le autorità nazionali hanno un obbligo di particolare vigilanza per assicurare un’adeguata protezione a persone che si trovano in una particolare situazione di vulnerabilità. Lo ha chiarito la Corte europea dei diritti dell’uomo nella sentenza depositata il 31 agosto nel caso M.A. contro Italia (ricorso numero 70583/17) con la quale è stata accertata la violazione dell’articolo 3 della Convenzione dei diritti dell’uomo che vieta i trattamenti inumani o degradanti.

In un centro per adulti

Pubblicità

Alla Corte si era rivolta una giovane del Ghana, minorenne all’epoca dei fatti, che era arrivata in Italia con uno dei tanti barconi della speranza. La ragazza, che aveva 16 anni, era stata trasferita in un centro di accoglienza per minori in Calabria e dopo poco tempo spostata a Como in un centro per adulti. Durante gli accertamenti per arrivare alla concessione dell’asilo, era stato rilevato che la minore era stata vittima di abusi sessuali in Ghana e poi in Libia.

Trasferimento tardivo

Diverse volte la ragazza aveva chiesto il trasferimento in un centro di accoglienza per minori ma le richieste presentate dal suo rappresentante erano rimaste sempre senza risposta. Solo dopo l’intervento di Strasburgo, che aveva adottato una misura provvisoria chiedendo al Governo di trasferirla in un centro idoneo alla sua età, la giovane era stata inserita in un contesto adatto ai minori. Intanto l’azione era proseguita davanti alla Corte europea che ha accertato la violazione dell’articolo 3 della Convenzione da parte dell’Italia.

I minori non accompagnati – precisa la Corte – si trovano in una particolare situazione di vulnerabilità e hanno così diritto a una protezione rafforzata. È vero che la minore inizialmente era stata collocata in un centro predisposto per i non maggiorenni, ma successivamente era stata posta in un centro per adulti. Inoltre, per ben quattro volte le richieste inviate alle autorità nazionali per ottenere un trasferimento erano rimaste senza risposta. Di conseguenza, la minore aveva vissuto in un centro per adulti per un tempo considerevole e non aveva beneficiato di sistemazione e di assistenza necessaria in rapporto alla sua situazione.

Senza assistenza psicologica

Il trattamento inumano e degradante della sedicenne– scrive la Corte europea – ha raggiunto il livello minimo di gravità richiesto per considerare che l’Italia ha commesso una violazione dell’articolo 3 della Convenzione anche perché il Centro di accoglienza non sembrava attrezzato per fornire alla ricorrente un’opportuna assistenza psicologica e le autorità italiane sono state inerti rispetto alle richieste del rappresentante della minore.

Riproduzione riservata ©
Pubblicità
Visualizza su ilsole24ore.com

P.I. 00777910159   Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie  Privacy policy