Norme e Tributi
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Regioni ed enti locali, via ai negoziati sul contratto per 403mila dipendenti

di Gianni Trovati

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Regioni ed enti locali, via ai negoziati sul contratto per 403mila dipendenti

Regioni ed enti locali, via ai negoziati sul contratto per 403mila dipendenti

Approvato l’atto di indirizzo che fa partire il confronto: a breve convocazione Aran

15 maggio 2024
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2' di lettura

Le trattative con il ministero dell’Economia sul finanziamento degli incarichi di «elevata qualificazione» e sul welfare integrativo hanno richiesto un tempo supplementare di un paio di mesi. Ma alla fine l’intesa è arrivata e l’atto di indirizzo per il rinnovo del contratto di 403.633 dipendenti di Regioni, Province, Comuni e altri enti locali è stato firmato, dando il via ufficiale alle trattative: che partiranno con la prima convocazione da parte dell’Aran destinata ad arrivare entro il mese.
In gioco, come anticipato sul Sole 24 Ore del 20 marzo, ci sono 982,33 milioni di costi a regime a carico delle amministrazioni; risorse che al netto degli oneri riflessi si possono tradurre in un aumento medio lordo nei dintorni dei 118 euro al mese.

Contratto 2022/2024

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Il nuovo contratto, che come per tutti gli altri comparti della Pa riguarda il 2022/2024, negli enti territoriali ha il compito principale di andare incontro a organici pesantemente colpiti dalla lunga cura dei vincoli al turn over prima e dalla fuga dalla Pa locale poi; con il risultato che i 403.633 dipendenti indicati dal nuovo atto di indirizzo segnano una flessione del 6,1% rispetto al censimento della tornata precedente, e del 13,6% rispetto a quella dell’atto di indirizzo sul 2016/2018.
Queste difficoltà, insieme al fatto che a differenza dei dipendenti delle amministrazioni centrali chi lavora negli enti territoriali in genere non ha potuto avere la maxi-anticipazione prevista alla fine dello scorso anno, hanno spinto il ministro per la Pa Paolo Zangrillo a inserire il comparto sulla corsia prioritaria dei rinnovi, assieme a sanità e sicurezza.
Per cercare di riaccendere vita ed entusiasmo negli uffici locali l’atto di indirizzo chiede di «intervenire in modo innovativo sugli istituti del trattamento economico e del welfare integrativo, impiegando tutti i margini utili per potenziare l’interesse all’impiego negli enti attualmente meno attrattivi». La traduzione pratica di questi principi non è però facile, e ha complicato anche le trattative sull’atto di indirizzo.
Fra le ultime novità inserite va segnalato il passaggio in cui si indica che «al finanziamento degli incarichi di elevata qualificazione possono concorrere i risparmi conseguenti all’utilizzo parziale delle risorse disponibili per le assunzioni di personale a tempo indeterminato». In pratica i nuovi incarichi di «elevata qualificazione», che negli enti locali sono a tempo determinato perché rispecchiano le vecchie «posizioni organizzative», potranno essere finanziati con gli spazi assunzionali, come avviene nelle altre Pa. Sul welfare integrativo rimane invece aperta la questione del coinvolgimento delle risorse nel tetto generale di spesa per i fondi integrativi: nodo che non si può sciogliere per via contrattuale.

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