di Cristina Casadei
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Nuovo contratto integrativo aziendale e statuto della persona per migliorare il welfare dei suoi 800 addetti. Il Gruppo Flo, specializzato nel packaging alimentare e nella produzione di stoviglie e contenitori per alimenti, ha scelto di migliorare gli strumenti a supporto della genitorialità e la formazione a favore dei suoi lavoratori. Il gruppo, in continua espansione, conta di migliorare il benessere organizzativo interno, ma anche l’attrattività verso l’esterno visto che è anche alla ricerca di nuove figure di alto profilo tra cui specialisti in marketing e comunicazione, responsabile di tesoreria di gruppo, specialista di bilancio consolidato, manutentori meccanici ed elettrici, per potenziare la sede di Fontanellato.
Per innalzare le competenze dei lavoratori, il gruppo nel primo semestre 2023 ha erogato 566 ore di formazione professionale, il 103% in più rispetto allo stesso periodo del 2022. Per sensibilizzare sull’importanza delle skills linguistiche e digitale, ha inoltre previsto bonus economici per chi consegue certificazioni linguistiche, diplomi/lauree oppure partecipa a corsi professionali volti all’informatizzazione o a specializzazioni tecniche coerenti con le proprie mansioni in azienda.
«I dipendenti sono il vero motore del Gruppo – dice l’ad di Flo, Daniele Simonazzi – e grazie al loro impegno incessante, in questi 50 anni abbiamo raggiunto traguardi ambiziosi, come le acquisizioni all’estero, la trasformazione da azienda produttrice di soli contenitori in plastica a produttore multimateriale e l’importante percorso di transizione sostenibile, che ci ha portato quest'anno alla pubblicazione del primo ESG di gruppo. Per questo abbiamo deciso di porre ancora più attenzione al loro benessere». Anche psicologico, con l’attivazione di uno sportello di ascolto, dove ad oggi le ore di consulenza erogate dalle due psicologhe presenti nelle sedi di Fontanellato e Verona (ISAP) sono oltre 600.
ll gruppo migliora anche le condizioni a favore dei genitori e di chi decide di prendersi una pausa dal lavoro. Per chi ha fatto richiesta di aspettativa, l’azienda si impegna infatti a riconoscere un’indennità del 25% della retribuzione mensile, fino a un massimo di 12 mesi, che va a sommarsi a quanto già garantito dallo Stato. Inoltre, per le lavoratrici madri, è stata aumentata del 10% la retribuzione prevista per il congedo facoltativo, per un massimo di 6 mesi: questo significa che le dipendenti hanno diritto al 40% della retribuzione rispetto al 30% previsto dalla normativa. Ai neopapà, invece, l’azienda riconosce un permesso retribuito extra di 8 ore, portando a 11 i giorni di congedo di paternità.
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