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Addio margini a doppia cifra e titolo in caduta: -6,81% venerdì e -12,09% dall’inizio dell’anno. Le difficoltà sul mercato cinese delle auto premium e di lusso obbliga il gruppo Mercedes-Benz ad abbassare per la seconda volta in due mesi le sue previsioni per l’intero anno. La debolezza dell’economia del Dragone, con le ricadute sui consumi interni, e la forte concorrenza locale gettano un’ombra sul business dei grandi gruppi stranieri.
Tra i primi sette mesi del 2023 e del 2024 Mercedes-Benz ha registrato una flessione delle vendite (401mila) pari all’8%. Ora l’Ebit del gruppo, l’utile operativo, è visto «significativamente inferiore» a quello 2023 (19,7 miliardi), mentre in precedenza la Stella a tre punte aveva previsto un calo «leggero» rispetto all’anno precedente. Secondo le stime di LSEG, l’Ebit Mercedes-Benz quest’anno dovrebbe attestarsi a 15,83 miliardi di euro. La casa di Stoccarda avvisa che «nel complesso, si prevede che il mix delle vendite nella seconda metà del 2024 rimarrà invariato rispetto alla prima metà e quindi più debole di quanto inizialmente previsto». Inoltre, il colosso tedesco prevede che la seconda metà del 2024 registrerà «aggiustamenti di valutazione» con prezzi «dinamici» che avranno un impatto sui profitti.
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Di conseguenza, il gruppo svevo ha rivisto le sue stime per l’intero anno con un ritorno sulle vendite rettificato annuo nel range 7,5%-8,5% rispetto al precedente obiettivo del 10%-11%. Il ritorno sulle vendite rettificato previsto per Mercedes-Benz Vans rimane invariato al 14%-15%, mentre il ritorno sul capitale proprio rettificato previsto per Mercedes-Benz Mobility rimane all’8,5%-9,5%.
«Quanto durerà questa situazione? Non lo so, resto cauto per il futuro riguardo alla Cina», ha dichiarato in call con gli analisti dopo l’annuncio il ceo, Ola Källenius. «È superfluo dire che non siamo soddisfatti della situazione e rivedremo un insieme completo di misure per migliorare la qualità del margine», ha dichiarato il responsabile finanziario Harald Wilhelm, aggiungendo che il gruppo cercherà ulteriori modalità di efficienza.
Gli analisti di RBC hanno osservato che, sebbene gli investitori si aspettassero un avviso sugli utili, questo warning è stato comunque visto come una sorpresa, «soprattutto data l’entità e la mancanza di commenti cautelativi prima delle notizie di oggi».
Secondo Patrick Hummel, analista di Ubs, il profit warning della Stella a tre punte lascerà il mercato perplesso sulla redditività sottostante e sull’allocazione del capitale nel 2025. Non sorprende che l’attuale contesto del mercato cinese stia esercitando una pressione al ribasso sui margini, ma Ubs osserva che l’allarme profitti di Mercedes è più importante di quello recente di Bmw, nonostante non sia legato a un grosso richiamo. Il taglio della guidance della casa bavarese della scorsa settimana è valso circa 200 punti base di margine Ebit auto per il secondo semestre, mentre per Mercedes è di 350 punti base. «Ci aspettiamo di assistere a significativi downgrade del consenso per il 2025, potenzialmente nell’ordine del 20% a livello di Ebit ed Eps del gruppo», ha concluso Hummel.
La scorsa settimana, anche Bmw ha segnalato una domanda debole persistente in Cina che ha influenzato le vendite nel paese, aggiungendosi al gruppo di produttori automobilistici che affrontano difficoltà nella seconda economia mondiale. E giovedì nuove indiscrezioni sono state diffuse sulla gravità della situazione per Volkswagen, che prepara un drastico piano di tagli nelle fabbriche tedesche, nell’ordine delle decine di migliaia di posti di lavoro.
La crisi che si aggrava per l’intero comparto dell’auto tedesca sollecita l’intervento del governo. Il ministro dell’Economia, Robert Habeck, ha ventilato l’idea di un ulteriore sostegno per le case automobilistiche e discuterà i modi per affrontare le sfide del settore in difficoltà durante un vertice lunedì a Berlino. Parlando durante una visita allo stabilimento Vw di Emden, vicino al confine olandese, Habeck ha detto ai lavoratori che, sebbene i produttori debbano assumersi una parte delle responsabilità per l’attuale situazione, egli sente «l’obbligo di fare qualcosa per far ripartire il mercato».
«Gran parte dei problemi devono essere risolti dalla stessa Volkswagen, in quanto ereditati dal passato: la struttura dei costi deve essere rivista», ha dichiarato ai giornalisti il ministro, in una dichiarazione a margine.
L’industria tedesca dell’auto, nel complesso, vale un fatturato di poco meno di 500 miliardi di euro (poco meno del 12% del Pil della Germania, che ha toccato i 4.200 miliardi nel 2023) e 1,5 milioni di posti di lavoro.
Alberto Annicchiarico
vicecaposervizio
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