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Italia, ecco la mappa delle aree idonee per il deposito nazionale delle scorie nucleari: polemiche subito

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(ANSA)

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La mappa individua 51 siti, concentrati in 5 zone su 6 Regioni: 10 in Basilicata, 4 fra Basilicata e Puglia, 21 in Lazio, 5 in Piemonte, 1 in Puglia, 8 in Sardegna, 2 in Sicilia

14 dicembre 2023
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2' di lettura

Dopo anni di attese, studi e polemiche, il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha pubblicato la mappa delle aree idonee per il deposito nazionale delle scorie nucleari, la Cnai. Ma da alcuni territori già si levano voci critiche.

La mappa

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Nel complesso sono indicati 51 siti, concentrati in 5 zone su 6 Regioni: 10 in Basilicata (5 nel Materano e 5 nel Potentino), 4 fra Basilicata e Puglia, 21 in Lazio (nel Viterbese), 5 in Piemonte (nell’Alessandrino), 1 in Puglia (a Gravina), 8 in Sardegna (2 nell’Oristanese e 6 nel Sud Sardegna), 2 in Sicilia (nel Trapanese). Ma la lista non è chiusa. Il recente Dl Energia ha introdotto la possibilità di autocandidature per comuni che non sono compresi nella mappa. E ora ci sono 30 giorni per presentarle.

I criteri di sicurezza

L’Italia da decenni deve realizzare un deposito nazionale delle scorie nucleari, lo prevedono le norme Ue. I suoi rifiuti radioattivi oggi sono in Francia e Gran Bretagna (quelli più pericolosi) o sono sparsi in depositi poco sicuri. Nel 2003 il governo Berlusconi provò a costruire la discarica a Scanzano Jonico in Basilicata, ma dovette rinunciare per la rivolta dell’intera regione. Nel 2021 la Sogin, la società pubblica per lo smantellamento degli impianti nucleari, che dovrà costruire e gestire la discarica, ha pubblicato una prima Carta dei siti potenzialmente idonei, individuati sulla base di criteri di sicurezza: lontananza da centri abitati, da corsi d’acqua e falde, da zone sismiche, da aree agricole e altro.

I contributi pubblici previsti

Su questi siti è stata avviata una consultazione pubblica con i Comuni e cittadini, e si è arrivati alla lista definitiva di 51 aree, la Cnai (Carta nazionale delle aree idonee). Il problema è che nessuna delle località indicate nella mappa si è dichiarata disponibile ad ospitare la discarica. In compenso, alcuni Comuni non compresi, primo fra tutti Trino Vercellese (dove già esisteva una centrale), si sono candidati a prendersi il deposito. Questo porterebbe sul territorio contributi pubblici milionari, oltre a 4.000 occupati nel cantiere per 4 anni e a 700-1.000 nella gestione.

Ammesse autocandidature

Il Dl Energia (video) , riprendendo una proposta di legge della Lega, ha inserito la possibilità di autocandidature anche per i Comuni non compresi nella Cnai. E ora gli enti locali, inseriti o no, hanno 30 giorni di tempo dalla pubblicazione della Carta per offrire la loro disponibilità. L’esclusione dalla Cnai per qualcuno è dovuta solo a vincoli amministrativi, come la destinazione agricola di terreni, che possono essere modificati facilmente. «La Regione Basilicata ribadisce il proprio no all’individuazione in territorio lucano dei siti per i rifiuti radioattivi», ha detto l’assessore regionale all’Ambiente e all’Energia, Cosimo Latronico. No anche dal sindaco di Altamura, Vitantonio Petronella: «Sono pronto sin d’ora - ha spiegato - a condividere delle azioni comuni con i sindaci dei Comuni di Gravina in Puglia, Matera e Laterza, con i presidenti delle due Regioni e con gli altri rappresentanti della nostra città in Consiglio regionale e in Parlamento». «I lucani dovranno ringraziare il governo regionale e nazionale per il regalo di Natale che sta per arrivare», ha commentato il deputato del Pd Enzo Amendola.

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