di Giulia Crivelli
Un negozio Mango
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Poche collaborazioni – in confronto al fiorire, fin esagerato, di capsule “ibride” di altri marchi – ma ragionate e inserite nella strategia complessiva di Mango, che prevede di chiudere il 2023 con ricavi oltre i 3 miliardi. Così Toni Ruiz, ceo dell’azienda spagnola, introduce la collezione di giacche (e non solo) sartoriali create insieme a Boglioli, eccellenza italiana dell’abbigliamento maschile. In vendita dal 25 ottobre, il successo di Mango designed by Boglioli ha superato le aspettative di Ruiz.
Toni Ruiz, ad Mango
Una partnership insolita, per una grande catena come Mango, quella con Boglioli. O forse no?
«Capisco che l’accostamento sia sembrato all’inizio sorprendente, ma per me si inserisce perfettamente nella visione che abbiamo di Mango e della sua evoluzione e nel forte sviluppo della linea Mango Men: nel 2023 abbiamo festeggiato i 15 anni dal lancio con dati molto positivi. Prevediamo che la linea di moda maschile chiuda l’esercizio con un fatturato di oltre 325 milioni di euro, quasi raddoppiando i 169 milioni registrati nel 2020».
Negli ultimi tre anni avete impresso più di una svolta alle strategie di Mango. Qual è l’obiettivo?
«Siamo da sempre premiati per il rapporto qualità-prezzo e vogliamo che continui a essere così, ma la qualità può e deve sempre migliorare. Parlo delle collezioni e degli uffici stile, ma anche del format dei negozi, della crescita di quote di mercato in Paesi dove siamo ancora poco presenti e di nuove categorie di prodotto, come la linea di complementi per la casa».
Look della collezione di giacche Mango Designed by Boglioli
Avete in programma nuove aperture di negozi fisici?
«Uscite dal tunnel del Covid, le persone hanno sicuramente riscoperto il piacere dell’acquisto non mediato, per così dire, dalla tecnologia. L’e-commerce resta importante e per Mango Men l’omnicanalità è cruciale: i negozi fisici che offrono le collezioni uomo sono oltre 560 in più di 90 mercati, 80 dei quali presidiati anche dall’online. Circa il 70% del fatturato 2022 di Mango Men è riconducibile ai negozi fisici, il resto all’online. Alla fine del 2023 avremo quasi il 30% di negozi dedicati in più rispetto al 2020».
Quanto è importante l’Italia per Mango?
«Definirei il vostro Paese strategico da ogni punto di vista. Acquistiamo qui alcune materie prime e abbiamo fornitori italiani. E naturalmente vogliamo conquistare sempre più clienti e consideriamo questo mercato un test importante per tutte le novità che introduciamo. Il negozio di corso Vittorio Emanuele, a Milano, è tra i primi cinque di Mango al mondo, come performance. Non male, considerando che ne abbiamo 2.600. Ma stiamo per avviare il rinnovamento dello spazio e l’obiettivo è di farlo diventare uno dei tre migliori negozi di Mango al mondo. Non penso solo alle vendite per metro quadro, ma all’esperienza di shopping».
Novità sulla sostenibilità?
«Diminuire l’impatto negativo che abbiamo sull’ambiente e aumentare gli effetti positivi sulle persone è la sfida più impegnativa ma anche emozionante per Mango e credo per l’intera industria della moda. Significa pensarci sempre, a ogni passo, dal design dei capi ai progetti di circolarità. L’obiettivo non è solo essere carbon neutral, bensì planet neutral».
Giulia Crivelli
fashion editor
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