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Glosse talmudiche in ebraico, anzi in francese medievale

di Claudio Lagomarsini

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Antonello da Messina St Jerome in his study National Gallery London

Antonello da Messina St Jerome in his study National Gallery London

L’ipotesi allo studio è che gli ebrei francesi della diaspora abbiano fatto ricorso a una traduzione volgare basata sulla versione di san Girolamo

10 aprile 2024
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2' di lettura

Uno degli aspetti più affascinanti della cultura medievale è la sua ostinata resistenza alle interpretazioni facili. La poesia per musica dei trovatori è cantautorato ante litteram? Non proprio. Le canzoni di gesta vanno lette come un manifesto pro Crociate? Non sempre e non solo. Un caso intrigante di questa resistenza è offerto da un enorme corpus di glosse scritte in caratteri ebraici, ma in francese medievale.

Le le‘azim, “glosse in volgare”, servivano a tradurre in lingua corrente, per lettori ebrei della diaspora, termini del Talmud o di altri commenti biblici. L’importanza accordata alle le‘azim fu tale che vennero raccolte in manoscritti specifici: oggi ne sopravvivono sei, databili tra Due e Trecento.

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Accademia delle Scienze di Heidelberg

Di indagare questo corpus si occupa un progetto di ricerca che il governo tedesco ha finanziato con oltre 6 milioni di euro per una durata di 18 anni. Diretto da Hanna Liss e Stephen Dörr presso l’Accademia delle Scienze di Heidelberg, il progetto «Bibelglossare als verborgene Kulturträger» (Glossari biblici come vettori di cultura nascosti) ha come obiettivo l’edizione e lo studio di circa di 105.000 glosse ebraico-francesi medievali che, a proposito di resistenze, presentano numerosi ostacoli linguistici e interpretativi.Sarebbe facile spiegare i glossari – e lo si è fatto – come strumenti per principianti capaci di decifrare a spanne la scrittura ebraica, ma non di capire il Talmud. Il problema è che sono glossati diversi termini che, seppur riportati al francese, presuppongono un’educazione rabbinica avanzata. E poi, però, si traducono anche lemmi d’uso corrente, come la parola per “muro”: possibile che lettori con un’infarinatura di ebraico biblico non ne conoscessero il significato?

Bible de Paris

Il progetto compie un anno: dai primi studi sembra che le le‘azim siano state influenzate dalla più antica traduzione francese della Vulgata, la cosiddetta Bible de Paris (1250 circa). Sarebbe straordinario se si potesse accertare che, per studiare il Tanakh e il Talmud, gli ebrei francesi della diaspora abbiano fatto ricorso a una traduzione volgare basata sulla versione di san Girolamo. Ma non corriamo troppo: ne riparleremo fra diciassette anni.


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