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Covid in Italia: crescono meno contagi (+17%) e ricoveri

di Marzio Bartoloni

Coronavirus: bollettino del 22 settembre 2023

Dopo quattro settimane in cui il Covid cresceva in modo sempre più veloce arriva ora una sensibile rallentamento. In sette giorni 117 decessi

22 settembre 2023
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2' di lettura

Dopo quattro settimane in cui il Covid cresceva in modo sempre più veloce arriva ora una sensibile rallentamento: nell’ultima settimana fotografata dal report dell’Iss si sono contati poco più di 36mila casi, con un aumento del 17,3% rispetto alla settimana precedente. é lieve anche l’aumento dei ricoveri che in questa fase della pandemia che sta diventando sempre più una endemia (cioè una fase di convivenza con il virus) è l’indicatore più importante: i reparti “ordinari” vedono il 4,1% di letti occupati da pazienti Covid (2.533) le terapie intensive l’1% di posti (91 pazienti più gravi)

Il nuovo report settimanale sul Covid

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Come detto secondo l’ultimo report del monitoraggio Covid-19, a cura dell'Istituto superiore di sanità e del ministero della Salute, crescono ancora i casi in Italia, anche se l'aumento risulta più contenuto rispetto a quello della scorsa settimana. Nel periodo dal 14 al 20 settembre si registrano 36.777 casi, in crescita del 17,3% (l'aumento della scorsa settimana era stato invece del 44,4% con 30.777 nuovi contagi). Con l’indice Rt - che misura la velocità della diffusione dei contagi - in leggero calo a 1.08. L’indicatore più importante - quello dei ricoveri - mostra un lieve aumento che conferma come la situazione negli ospedali sia ampiamente sotto controllo: sono 2533 i pazienti nei reparti di area medica (la settimana precedente erano 2378) con una occupazione dei letti al 4,1% (era 3,8% sette giorni prima) e 91 quelli ricoverati nelle rianimazioni (erano 76) con l’occupazione che sale lievemente all’1% dallo 0,9 della settimana prima. Sono 117 i morti in Italia nella settimana 14-20 settembre, +18,2% rispetto alla rilevazione precedente (99).

In arrivo le indicazioni sulla scuola e sui dipendenti pubblici

Si aspettano intanto le indicazioni sulla gestione dei positivi asintomatici a scuola e non solo: su questo fronte è stato istituito un tavolo Salute-Istruzione che è stato aperto anche alla Funzione pubblica per fornire indicazioni anche ai lavoratori pubblici. In caso di contagio si potrà andare a scuola con la mascherina, anziché restare a casa? «I pazienti e bambini sintomatici devono stare a casa, come per qualsiasi malattia respiratoria contagiosa», per «il tempo necessario perché la positività venga meno; sono contagiosi soprattutto nei primi cinque giorni. Quello su cui ci stiamo concentrando e che stiamo ancora valutando è il comportamento di fronte a casi che siano positivi ma asintomatici», ha spiegato il ministro della Salute Orazio Schillaci. Che avverte: «Le nostre decisioni saranno improntate a due concetti cardine. Il primo è che la patologia non presenta più le caratteristiche di virulenza del passato, pur avendo chiaro che i soggetti fragili, gli anziani, i pazienti oncologici e tutti i pazienti a rischio vanno protetti comunque. Il secondo è che dopo aver ricondotto il Covid nell'alveo delle patologie respiratorie trasmissibili, dopo aver tolto l'obbligo di isolamento per i pazienti positivi, stiamo valutando le necessità all'interno delle classi e delle scuole di proteggere i bambini, gli insegnanti, e il personale scolastico che presentano elementi di fragilità».


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