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Patria e famiglia: chi è Roberto Vannacci, il generale sospeso candidato dalla Lega dopo il libro best seller

di Redazione Roma

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Patria e famiglia: chi è Roberto Vannacci,  il generale sospeso candidato dalla Lega dopo il libro best seller

Patria e famiglia: chi è Roberto Vannacci, il generale sospeso candidato dalla Lega dopo il libro best seller

Toscano, 56 anni, 37 passati in divisa con il basco amaranto dei parà, al suo attivo missioni in teatri ad alto rischio come la Somalia, l’Afghanistan, l’Iraq, è diventato un personaggio appetibile per la politica nell’agosto scorso, con la pubblicazione del suo libro autoprodotto, “Il mondo al contrario”, caso letterario da oltre 200mila copie

26 aprile 2024
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2' di lettura

«Sarò un candidato indipendente che mantiene la propria identità e che lotterà, con coraggio, per affermare i propri valori di Patria, tradizioni, famiglia, sovranità e identità che condivido abbondantemente con la Lega». Con queste parole, che lo autodefiniscono, il generale Roberto Vannacci ha sciolto la riserva. E ha confermato l’annuncio dato dal vicepremier Matteo Salvini che correrà per un seggio a Strasburgo con il Carroccio.

Figura controversa

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Figura controversa quella del generale, sospeso dal servizio dallo scorso 28 febbraio. Per la Difesa ha mostrato «carenza del senso di responsabilità» e compromesso «il prestigio e la reputazione dell’Amministrazione di appartenenza». Secondo Matteo Salvini è invece il nome buono da spendere alle Elezioni europee di giugno.

I passaggi del libro contestati, dagli omosessuali alle persone di colore

Vannacci, toscano, 56 anni, 37 passati in divisa con il basco amaranto dei parà, al suo attivo missioni in teatri ad alto rischio come la Somalia, l’Afghanistan, l’Iraq, è diventato un personaggio appetibile per la politica nell’agosto scorso, con la pubblicazione del suo libro autoprodotto, “Il mondo al contrario”, caso letterario da oltre 200mila copie sull’onda delle polemiche per alcuni controversi passaggi: «Cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione!», i gay pride sono dominati da «sconcezze, stravaganze, blasfemie e turpitudini». Oppure, «se pianto la matita che ho nel taschino nella giugulare del ceffo che mi aggredisce - ammazzandolo - perché dovrei rischiare di essere condannato per eccesso colposo di legittima difesa visto che il povero malcapitato tentava solo di rubarmi l’orologio da polso?». E ancora, il ricordo della sua curiosità nel 1975 a Parigi per le persone di colore: «Nel metrò, fingevo di perdere l’equilibrio per poggiare accidentalmente la mia mano sopra la loro, per capire se la loro pelle fosse al tatto più o meno dura e rugosa della nostra».

L’indagine disciplinare

 Concetti che hanno scatenato l’ostilità da parte del centrosinistra, ma hanno anche attirato l’attenzione del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che ha convocato il generale per contestargli le «farneticazioni personali» che «screditano l’Esercito, la Difesa e la Costituzione». E’ partita quindi un’inchiesta disciplinare che si è conclusa nel febbraio scorso con la sospensione in servizio per 11 mesi. Da militare può candidarsi dopo aver chiesto una licenza, ma al momento è sospeso, dunque può evitarlo. Se sarà eletto dovrà chiedere l’aspettativa.

I procedimento giudiziari

 Per Vannacci - molto attivo sui social, nel suo profilo Facebook un’immagine di Corto Maltese sdraiato a guardare il cielo - ci sono anche guai giudiziari: deve rispondere infatti delle accuse di peculato e truffa, in relazione alle spese sostenute nel suo periodo da addetto militare italiano a Mosca, tra il 2021 ed il 2022. La Procura di Roma lo ha iscritto nel registro degli indagati anche per l’accusa di istigazione all’odio razziale.Tutti “contrattempi” che non hanno impedito all’ufficiale di lavorare alla sua seconda fatica letteraria, “Il coraggio vince”, uscita a marzo e promossa con un lungo tour che ha toccato diverse regioni. L’ultima polemica, durante una delle sue ultime uscite promozionali, proprio sul 25 aprile: «Non scendo in piazza, me ne vado al mare con le mie figlie. Non mi dichiaro antifascista perché sono cose successe ottanta anni fa»

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