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Auto, l’allarme di de Meo (Ceo Renault): «L’industria Ue rischia multe per 15 miliardi»

di Redazione Finanza

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Auto, l’allarme di de Meo (Ceo Renault): «L’industria Ue rischia multe per 15 miliardi»

Auto, l’allarme di de Meo (Ceo Renault): «L’industria Ue rischia multe per 15 miliardi»

Il ceo di Renault e presidente di Acea: serve «flessibilità» sulle norme europee che riguardano le emissioni di Co2

7 settembre 2024
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2' di lettura

Le case automobilistiche europee potrebbero incorrere in multe per 15 miliardi di euro se non dovessero rispettare le norme Ue sulle emissioni di Co2. A lanciare l’allarme è Luca de Meo, ceo del gruppo Renault in un’intervista su France Inter. Il manager, che è anche presidente dell’Associazione europea dei costruttori di automobili (Acea), ha chiesto «un po’ di flessibilità», soprattutto a fronte della frenata del mercato dei veicoli elettrici nel Vecchio Continente.

La produzione

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Per rispettare le norme, i costruttori dovrebbero ridurre la loro produzione di «oltre 2,5 milioni di veicoli», ha detto de Meo. Le basse emissioni dei modelli elettrici possono compensare la quota di ben quattro auto a combustione, ma il settore al momento è ancora troppo debole. Ad agosto, le auto elettriche sono state solo il 12,5% del totale delle vetture messe sul mercato, con vendite in calo del 10,8% rispetto all’anno precedente. Per questo, «imporre semplicemente scadenze e multe senza essere in grado di rendere le cose più flessibili è molto pericoloso», ha spiegato l’amministratore delegato di Renault. A penalizzare il settore elettrico sono la lentezza nell’installazione dei punti di ricarica e «l’incertezza» sui sussidi all’acquisto. Le industrie dell’automotive «hanno bisogno di stabilità, visibilità» e di «un certo grado di coerenza» quando si tratta di questi fondi, ha spiegato de Meo.

Il manager ha tuttavia rassicurato sulla tenuta di Renault, anche alla luce della crisi attraversata dalla competitor Volkswagen: «Qualche anno fa - ha detto - abbiamo dovuto fare una dieta molto dura» riducendo la capacità produttiva «di oltre un milione di veicoli». Anche se «il contesto è molto, molto complicato», non dovrebbero esserci chiusure di stabilimenti, ha concluso de Meo.

I segnali di allerta

Negli ultimi giorni si sono moltiplicati i segnali preoccupanti per l’industria automobilistica: Volkswagen per la prima volta ha parlato esplicitamente di possibili chiusure di stabilimenti in Germania, ricordando come la domanda di automobili in Europa non si sia ripresa dalla pandemia Covid, con le consegne in calo di circa due milioni di pezzi: «Volkswagen da sola ha perso vendite per circa 500mila auto, l’equivalente di circa due stabilimenti» ha detto il direttore finanziario Arno Antlitz incontrando gli operai nello stabilimento di Wolfsburg.

Nello stesso tempo anche Volvo ha annunciato di aver abbandonato l’obiettivo di vendere solo auto elettriche entro il 2030 a fronte di un calo globale della domanda di auto alimentate a batteria. Da ultimo, secondo indiscrezioni di stampa giapponesi, Toyota ha ridotto di circa il 30% il suo obiettivo di produzione globale di veicoli elettrici per il 2026, con un output adesso previsto di 1 milione di unità.

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