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Generali, chiusa l’assemblea. Caltagirone e Del Vecchio non depositano le azioni

di Laura Galvagni

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Generali, chiusa l’assemblea. Caltagirone e Del Vecchio non depositano le azioni

Generali, chiusa l’assemblea. Caltagirone e Del Vecchio non depositano le azioni

Approvato il bilancio 2023. Sironi: «In cda spirito collaborativo e coesione, rivedere ddl capitali». Il ceo Donnet: «Pienamente in linea per raggiungere obiettivi 2024»

24 aprile 2024
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3' di lettura

Chiusa l’assemblea Generali con il via libera al bilancio che incassa il sì di quai il 100% del capitale presente. Ha disertato l’assise il gruppo Caltagirone, che non ha depositato le azioni ma è al 6,19%, così come la famiglia Del Vecchio (9,93%), hanno partecipato invece Mediobanca con il 13,11%, i Benetton con il 4,83% e Fondazione Crt con l’1,92%. Presente quindi il 49,79% del capitale contro il 63% dello scorso anno.

I MANAGER

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In apertura dei lavori il numero uno Andrea Sironi ha voluto fare un breve bilancio dell’attività riconoscendo che «questi primi due anni sono stati molto impegnativi, ma al contempo ricchi di soddisfazione». In particolare, nel 2023, «sono state portate a termine operazioni molto rilevanti, anche grazie a un rinnovato spirito di collaborazione all’interno del consiglio di amministrazione, a una visione condivisa tra il consiglio e il management e a una forte coesione nel perseguire gli obiettivi del gruppo». E a proposito di governance “ritrovata” il presidente ha riservato un passaggio anche al ddl capitali: «Occorre superare quelle deviazioni delle migliori pratiche internazionali, penso al sostanziale disincentivo alla possibilità per un consiglio di uscente di formulare proposte all’assemblea degli azionisti per il consiglio futuro. Tutti gli operatori guardano con favore ad evoluzioni che permettano alle società quotate di scegliere il proprio assetto di governance ideale».

La parola è poi passata al ceo Philippe Donnet che ha messo l’accento sui numeri da approvare: «La performance 2023 è positiva e resiliente nonostante le sfide che il mondo si trova ad affrontare». E sono i risultati a confermarlo: «Abbiamo raggiunto ancora una volta un risultato operativo record, pari a 6,9 miliardi di euro, in aumento del 7,9% e trainato principlamente dal ramo danni con il contributo positivo di tutti i segmenti. Anche l’utile netto è record a 3,6 miliardi con una crescita del 14,1% rispetto al 2022. Confermata poi la solida posizione di capitale con un Solvency ratio pari al 220% grazie alla forte generazione normalizzata di capitale». Allargando lo sguardo anche al passato va registratro un «aumento costante e sostenuto del risultato operativo negli ultimi otto anni». Crescita che «riflette una serie di scelte strategiche precise e implementete con successo nel tempo, come il fatto di riposizionare il business vita verso prodotti a basso assorbimento di capitale, il siginificativo rafforzamento del danni il cui contributo continua a crescere in maniera significativa, e il peso strategico sempre maggiore dell’ asset management». Di qui un dividendo in costante aumento: «La cedola di quest’anno è superiore del 60% rispetto a quella pagata nel 2016». E soprattutto una certezza: «Il gruppo è pienemente in linea per raggiungere gli obiettivi 2024». Ma già guarda al futuro: «Da qui in avanti cercheremo l’equilibrio più vantaggioso tra M&A e riacquisto di azioni, anche su base annuale. Il focus mio e di tutto il top management è sempre più orientato alla definizione della strategia 2025-2027, sarà ancora una volta un piano ambizioso, fondato sulla sostenibilità e sull’innovazione e orientato al lungo termine».

Messaggio ribadito anche dal cfo Cristiano Borean che rispetto al business plan in fase di esecuzione ha sottolineato come lo sguardo sia già focalizzato «sulla crescita sostenibile, sull’ulteriore aumento della qualità degli utili e sulla creazione di valore per tutti gli stakeholders».

LE VOTAZIONI

Riguardo alla parte deliberartiva dell’assemblea è arrivato il via libera dei soci al bilancio, al dividendo (1,28 euro) e al piano di buy back da 500 milioni e alle modifiche statutarie con ben oltre il 99% del capitale presente. La politica di remunerazione ha invece incassato il 95,9% dei voti dei soci in assise mentre il piano di incentivazione è stato approvato da oltre il 97% degli azionisti presenti.

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