di Ivan Cimmarusti e Sara Monaci
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C’è un verbale molto significativo all’interno di quelle 10mila pagine di atti inviati alla Commissione parlamentare antimafia dalla Procura di Perugia, sul presunto dossieraggio orchestrato dal tenente Pasquale Striano e dall’ex procuratore della Dna Antonio Laudati. È il verbale delle dichiarazioni rese spontaneamente dal ministro alla Difesa Guido Crosetto, dopo la fuoriuscita di notizie ambigue su alcuni giornali a proposito di una sua proprietà immobiliare (che poi si sono rivelate prive di interesse investigativo).
Secondo il ministro dietro queste ricostruzioni artefatte ci potrebbe essere la mano dei servizi segreti, senza escludere che si tratti di servizi segreti esteri.
Stando agli atti, il ministro Crosetto rende spontanee dichiarazioni il 22 gennaio 2024 ai pm di Perugia. In particolare, «ha riferito agli inquirenti anche di aver rappresentato le proprie perplessità sulla possibile provenienza dell’informazione dall’interno degli stessi apparati di sicurezza al sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano, e di aver poi direttamente conferito anche con la presidente del Consiglio», Giorgia Meloni.
Crosetto ha aggiunto di aver espresso «le sue perplessità anche al direttore dell’Aise (il servizio segreto esterno, ndr), il generale Caravalli, e di aver chiesto di svolgere accertamenti sul punto anche alla direttrice del Dis, l’ambasciatrice Elisabetta Belloni». Infine il ministro «ha precisato di presumere che gli accertamenti dallo stesso richiesti siano stati effettuati ma che egli ne sconosce l’esito».
Sul punto i pm di Perugia hanno svolto verifiche. Il risultato è che dopo aver interpellato la premier Meloni, per il tramite del sottosegretario Mantovano, sono stati esclusi coinvolgimenti degli organismi di intelligence interni.
I pm hanno individuato 172 consultazioni anomale del sistema Sos (Segnalazioni per operazioni sospette), in cui sono riportare operazioni finanziarie di personaggi politici, dello spettacolo, di imprenditori e di altri ministri. Operazioni — preme specificare — non irregolari. In questo senso gli stessi pm riconoscono che «a fronte di tale elenco numerosissimo di consultazioni prive di giustificazione alcuna, appare evidente come la vicenda Crosetto non sia altro che una goccia nel mare».
Secondo i pm di Perugia, Laudati e Striano avrebbero «operato in spregio a quelli che sono i compiti istituzionali della Procura nazionale antimafia, confezionando atti falsi, con riferimento all’indicazione dell’origine dell’atto di impulso» che consentiva a Striano di fare le ricerche nel sistema della Sos.
Negli atti, inoltre, viene sottolineato come Striano abbia fatto per conto del giornalista Giovanni Tizian del quotidiano Domani una serie di altri accessi risalenti nel tempo, come si evince da chat e email. Si tratta sempre di atti illeciti secondo la procura di Perugia, in quanto gli accessi sono stati svolti per ragioni estranee ai doveri d’ufficio. Il paradosso evidenziato è che questi accessi hanno talvolta causato «atti d’impulso» verso le procure competenti, pertanto sono stati riscontrati anche i reati di falso in atto pubblico e abuso d’ufficio.
Sara Monaci
Ivan Cimmarusti
redattore
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