di Vera Viola
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Nuovo episodio della saga del capitano Mariani. «Mala Fede» è il terzo volume dell’autore napoletano Giovanni Taranto in cui si narrano le indagini e le operazioni condotte dal capitano romano nella cornice dell’inquieta area vesuviana degli Anni ’90.
Qui si racconta di un gruppo di misteriosi individui con un piano diabolico, quello di sottrarre, per puro desiderio di vendetta, un oggetto simbolo caro a milioni di fedeli e distruggerlo.
Tra sette sataniche e criminalità comune, agenti del Vaticano e uomini della camorra, il Capitano Mariani, con la Pm Clara Di Fiore, dovranno fare luce su un duplice rapimento, alcuni fatti di sangue e il furto d’arte del secolo. Insomma, parliamo di un giallo che narra una bella storia e con uno stile incalzante, disegnando tra l’altro numerosi caratteri e personaggi, molto ben delineati.
Ancora una volta sullo sfondo compare la scena vesuviana, tanto ben descritta anche nei precedenti volumi: terra di grande fascino ma martoriata dalla crescente presenza di camorra e malaffare diventati particolarmente aggressivi e invadenti proprio negli anni ’90.
Giovanni Taranto, giornalista di cronaca nera e scrittore, alla sua terza pubblicazione di una serie destinata con altri titoli a catturare ancora gli appassionati del “noire vesuviano”, non delude: trama, stile e ritmo sono come sempre ben riusciti. Come per i suoi precedenti lavori: «Requiem sull’ottava nota» e «La Fiamma spezzata» che gli sono valsi il premio Mystery al Festival del Giallo edizione 2023.
Giovanni Taranto, Mala Fede, Avagliano editore, pagg. 395, euro 20
Vera Viola
vice caposervizio
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