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«Il nuovo impianto normativo» sulla detassazione per i lavoratori impatriati «non pregiudicherà l’ingresso dei lavoratori dei settori della sanità e formazione. Il requisito è l’elevata qualificazione e specializzazione». Lo ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti rispondendo in question time al Senato ad un’interrogazione sulla normativa fiscale sul rientro dei lavoratori all’estero.
Il ministro dell’Economia ha poi sottolineato: «In questi giorni c’è una miriade di commenti su bozze più o meno autorizzate, anzi non autorizzate, che circolano sui media su questo decreto e altri provvedimenti di bilancio. Discuteremo ampiamente delle proposte del governo quando verranno codificate correttamente».
Giorgetti (che rispondeva a un’interrogazione del leader di Italia viva Matteo Renzi) ha anche detto che «gli impatriati sono quasi tutti top manager» e ha chiesto di «porre fine alle distorsioni sul mercato». «Quando ha concepito questa misura non aveva in testa la piega presa» ha detto ancora il ministro rispondendo a braccio a Renzi. «Noi - ha aggiunge - abbiamo applicato il nostro modesto cervello a fenomeni da censurare» dalle pratiche elusive.
«Dei 24.450 impatriati i ricercatori sono 1.800, gli altri sono top manager che hanno sfruttato un’agevolazione» che costa «1,3 miliardi di euro l’anno. «Applico il mio modesto cervello per i redditi medio bassi» e le «modifiche del dlgs presentano un regime pari o migliore agli altri paesi Ue ed eliminare distorsioni» e «credo che tutta aula non potrà che convenire», la sua conclusione.
«Sul caso del rientro dei cervelli - h anche detto Giorgetti - sui calciatori una riflessione andrebbe fatta perché non c’è solo il vantaggio per i grandi campioni ma l’effetto distruttivo per il vivaio di calciatori italiani che trovano una concorrenza impropria».
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