di Chiara Di Cristofaro
La Borsa, gli indici del 17 agosto 2023
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(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Fallisce anche il tentativo (timido) di rimbalzo di Wall Street, dopo due sedute consecutive in chiara flessione, con i rendimenti dei T-Bond alle Stelle e si chiude in rosso la seduta per gli indici azionari europei. Pesa sui mercati la persistente preoccupazione della Federal Reserve per l'inflazione statunitense, dopo che i verbali dell'ultima riunione del board della Banca centrale americana hanno confermato i timori su ulteriori rialzi dei tassi di interesse. Al nodo tassi, si aggiunge quello della congiuntura economica tra la frenata cinese e il rallentamento dell'Europa con Germania e Olanda già in recessione tecnica.
Seduta in netto rosso per Milano (FTSE MIB) e per i principali indici del Vecchio Continente (CAC 40 di Parigi, DAX 30 di Francoforte e IBEX 35 di Madrid), la piazza peggiore è quella di Amsterdam (AEX) con il tonfo di Adyen e del gruppo assicurativo Aegon dopo le trimestrali e la giornata debole dell'industria dei semiconduttori
Fallisce il rimbalzo Wall Street, che chiude negativa (-0,84%), dopo due sedute consecutive in calo e dopo che i verbali dell'ultima riunione della Fed hanno mostrato che la Banca centrale statunitense potrebbe continuare ad alzare i tassi d'interesse, dato che l'inflazione resta a livelli «inaccettabili». Pesano i prezzi ancora in calo per i titoli del Tesoro statunitensi, con il rendimento del decennale che va verso la chiusura più alta dal 2007, quello del trentennale dal 2011, dopo settimane di rialzi dovuti a solidi dati economici, che hanno convinto gli investitori ad abbandonare le scommesse contro una recessione nei prossimi 6-12 mesi. I rendimenti a lunga scadenza hanno poi recentemente ricevuto un'ulteriore spinta dopo che il dipartimento del Tesoro ha annunciato che avrà bisogno di creare più debito del previsto nei prossimi mesi, per finanziare il budget federale.
Livelli record anche per i tassi sui mutui: il tasso d'interesse medio di un mutuo trentennale negli Stati Uniti è salito sopra il 7%, ai massimi dall'aprile 2002. Secondo Freddie Mac, il tasso medio è arrivato al 7,09%, prima volta sopra il 7% dallo scorso novembre. A spingere il tasso dei mutui è l'economia statunitense, che si dimostra più forte delle attese, e l'aumento dei rendimenti dei titoli del Tesoro.
A Piazza Affari il Ftse Mib è scivolato sotto i 28mila punti, con i bancari e il risparmio gestito che dopo un tentativo di rimbalzo sono tornati a perdere terreno. Segno meno anche per Banco Bpm, Unicredit, e Banca Mps, anche se il mercato sembra ormai convinto di una revisione sostanziale della tassa italiana sul margine di interesse. Si confermano in territorio positivo i titoli petroliferi in linea col comparto in Europa, bene Eni e Saipem. In fondo al listino Nexi che paga, come le altre società del comparto, il pesante ko ad Amsterdam della piattaforma di pagamento Adyen. Dietrofront per Amplifon, tra i migliori alla vigilia.
Sul mercato valutario il dollaro riprende vigore dopo essere salito sui massimi da due mesi contro le principali valute e sulla scia dei verbali Fed e l'euro si muove sotto quota 1,09. Per gli analisti di ActivTrades «un altro rialzo dei tassi a settembre appare improbabile, così come un taglio nel 2023. Con la prospettiva di tassi d'interesse Usa elevati e duraturi, il dollaro rimarrà probabilmente forte e vi è spazio per ulteriori guadagni rispetto ai suoi omologhi». In rialzo la sterlina, con gli investitori che si aspettano ulteriori aumenti dei tassi da parte della Bank of England, dopo i dati sull'inflazione. Si rafforza il rublo, con il cambio dollaro/rublo in area 93.
Sono in rialzo i prezzi del petrolio, dopo che la Cina ha assicurato maggiore sostegno all'economia. La Pboc, la banca centrale cinese, ha promesso maggiore sostegno mentre la domanda interna si indebolisce e i rischi aumentano. Nel report sul secondo trimestre ha assicurato che coordinerà il sostegno finanziario per il rischio di debito del governo locale.
Poco mosso il prezzo del gas, dopo i cali della vigilia, mentre in Australia è stato programmato un nuovo round di negoziazioni la prossima settimana per tentare di evitare lo sciopero. «La situazione resta comunque fluida - dicono gli analisti di Mps - e ogni opzione resta possibile. Su alcuni punti sembrerebbe che le parti siano più vicine».
Chiude in lieve rialzo, sopra la soglia dei 170 punti base, lo spread tra BTp e Bund in una giornata che ha visto proseguire il movimento al rialzo della curva dei rendimenti dei bond dell'Eurozona, anche alla luce delle minute della Fed diffuse ieri sera. Il differenziale tra il BTp decennale benchmark (Isin IT0005518128) e il titolo tedesco di pari durata ha terminato la giornata a 171 punti base, rispetto ai 170 punti dell'ultimo riferimento. Il rendimento del titolo italiano sulla scadenza di 10 anni continua a salire ed è indicato in chiusura al 4,40% dal 4,34% del closing della vigilia.
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Chiara Di Cristofaro
Redattrice esperta Radiocor
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