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Il Covid rallenta ancora: ricoveri stabili e l’Rt ora è sotto la soglia epidemica

di Marzio Bartoloni

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(LAPRESSE)

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Per la seconda settimana consecutiva si registra un rallentamento nella crescita dei casi mentre resta stabile l’impatto negli ospedali che è ampiamente sotto controllo

29 settembre 2023
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2' di lettura

Nuovo rallentamento, dopo quello della scorsa settimana, nella crescita dell'incidenza di nuovi casi di Covid in Italia che, si legge nel monitoraggio settimanale «si mantiene bassa». Sono 38.775 nuovi casi positivi al Covid in Italia registrati nella settimana 21-27 settembre con un aumento del +7,4% rispetto alla settimana precedente, sono invece 129 i morti (+10,3% in 7 giorni) . Anche l'impatto sugli ospedali «resta limitato»: l’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero al 19 settembre è pari a 0,9 (0,85 - 0,95), in diminuzione rispetto alla settimana precedente e «sotto la soglia epidemica» che è fissata a 1 (al 12 settembre era 1,02 - 1,14). L’impatto del Covid, soprattutto quello negli ospedali, resta dunque ampiamente sotto controllo.

Ricoveri ordinari in lieve aumento, stabili le terapie intensive

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In particolare l'incidenza di casi diagnosticati e segnalati nella settimana che va dal 21 al 29 settembre è stata pari a 66 casi per 100mila abitanti, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente quando erano 61 casi per 100mila abitanti, ma in rallentamento per la seconda settimana. L’incidenza più elevata è stata riportata nella Regione Campania (95 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (18 casi per 100mila abitanti), si legge nel report dell’Iss. Al 27 settembre scorso il tasso di occupazione in area medica è stato pari al 4,4% (2.734 ricoverati), «basso anche se in lieve aumento rispetto alla settimana precedente» (era 4,1%). «Resta sostanzialmente stabile l’occupazione in terapia intensiva, pari a 0,9% (82 ricoverati) rispetto all'1,0%» registrato lo scorso 20 settembre. I tassi di ospedalizzazione e mortalità aumentano con l'età, presentando i valori più elevati nella fascia d'età superiore ai 90 anni

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