di Ivan Cimmarusti
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La corruzione mirava a garantire un accesso privilegiato agli appalti pubblici e ai finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) tramite Invitalia, l’agenzia governativa controllata interamente dal ministero dell’Economia. Gabriele Visco, ex dirigente di Invitalia e figlio dell’ex ministro Ds Vincenzo, è risultato il «mediatore» chiave, accusato di aver richiesto e ricevuto in cambio benefici quali pagamenti periodici e, in particolare, connessioni con importanti figure del governo per una sua crescita professionale.
L’inchiesta della Procura di Roma ruota attorno alla sua figura e a quella degli imprenditori Claudio Favellato e Pierluigi Fioretti. I tre stringono un rapporto tale che il figlio dell’ex ministro riesce a influire sugli appalti promettendo il proprio intervento «sui membri delle commissioni di gara gestite da Invitalia».
I lavori arrivano, secondo gli investigatori del Nucleo di polizia valutaria della Guardia di finanza. Per esempio, c’è la commessa da dieci milioni per la fognatura di Palermo, o i lavori per la diga di Ponte Chiauci sul fiume Trigno. In cambio arrivano i regali. C’è un iPhone pro max del valore di 1.330 euro che Favellato e Fioretti comprano per uno dei commissari (estraneo ai fatti), ma che Visco trattiene regalandolo alla moglie. Ma soprattutto arrivano le presunte richieste di sponsorizzazione politica.
Secondo i documenti giudiziari Visco puntava a una promozione in Invitalia o a un ruolo ministeriale. L’anello col mondo politico-istituzionale sarebbe stato Fioretti, forte di presunti rapporti, con tutta probabilità millantati, col governo Meloni. Stando alle relazioni investigative, «Fioretti vanta rapporti con persone che lavorano a fianco del ministro Urso (viene fatto il nome di Federico Eichberg o sottosegretari quali il senatore Claudio Barbaro del Mase) al fine di fare pressioni sull’ad di Invitalia Bernardo Mattarella e far ottenere una promozione al Visco».
In una telefonata tra Fioretti e Favellato, «il primo manifesta l’intenzione di proporre Visco quale capo Dipartimento presso un ministero, attraverso l’appoggio del viceministro al Mef Maurizio Leo oppure del capo di gabinetto del ministro Urso, Federico Eichberg».
Ma se quelli con ambienti ministeriali sarebbero millantati, rapporti accertati, invece, sono registrati con l’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno. In una conversazione telefonica del 24 ottobre 2022, Fioretti parla ad Alemanno di Visco, definendolo «quel direttore di Invitalia…quello che sta a fa avè i soldi». Fioretti, scrivono gli investigatori negli atti, si rivolge ad Alemanno «affinché interceda con il ministro per il Sud e delle politiche del mare (ora ministro per la Protezione civile e delle politiche del mare, il senatore Sebastiano Musumeci), nell’ottica di sostenere, sotto il profilo lavorativo, la posizione di Visco». Non è specificato cosa abbia fatto Alemanno rispetto alla richiesta di Fioretti. In una conversazione Whatsapp dell’11 gennaio 2023, Fioretti dialoga con un soggetto in corso di identificazione: «Nello sta senza capo di gabinetto…sto cercando di mandarci Gabriele Visco, vedo se ci riesco».
Sulla vicenda Invitalia ha diffuso una nota stampa. «Con riferimento alle vicende che chiamano in causa un ex dipendente, Invitalia precisa di aver cessato ogni rapporto di lavoro con il signor Gabriele Visco a inizio 2023». Lo chiarisce l’Agenzia, spiegando che resterà «a disposizione delle autorità inquirenti per fornire tutte le informazioni e i documenti necessari e valuterà ogni possibile azione al fine di tutelare la propria posizione come parte lesa».
Ivan Cimmarusti
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