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Dopo Pasqua col golden power per Telecom: Tim e Vivendi convocate il 2 aprile

di Antonella Olivieri

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Dopo Pasqua col golden power per Telecom:  Tim e Vivendi convocate il 2 aprile

Dopo Pasqua col golden power per Telecom: Tim e Vivendi convocate il 2 aprile

Monitoraggio per la verifica delle condizioni poste alle due società. I francesi si prenotano per una lista di sindaci. Con Merlyn Paolucci e Siragusa

28 marzo 2024
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3' di lettura

Dopo Pasqua con golden power per Telecom Italia. Il 2 aprile, subito dopo il Lunedì dell’Angelo, Tim e Vivendi sono stati convocati a Roma dal comitato golden power, il comitato governativo ad hoc per l’esercizio dei poteri speciali dello Stato sulle attività strategiche. Oggetto della riunione, a quanto risulta, il monitoraggio per la verifica delle condizioni poste a Telecom e Vivendi. La convocazione arriva all’indomani dello scadere dei termini per la presentazione delle liste per il rinnovo degli organi sociali (le liste vanno presentate entro la mezzanotte di venerdì 29 marzo). Il consiglio uscente, presieduto da Salvatore Rossi (che non si ricandida) ha già depositato una lista con l’avvocato d’affari Alberta Figari, candidata alla presidenza, e la riconferma come amministratore delegato di Pietro Labriola. Al piano Tim, preparato da Labriola e approvato dal board, è legato il progetto di scorporo della rete con la cessione dell’infrastruttura al consorzio guidato dal fondo Usa Kkr per un corrispettivo base - in termini di enterprise value (equity più debito) - di 18,8 miliardi, più eventuali pagamenti aggiuntivi ad arrivare fino a 22 miliardi, in dipendenza principalmente della possibilità di realizzare la “rete unica” con Open Fiber. Il Mef si è impegnato a entrare nella Netco della rete, una volta scorporata, con una quota del 20%, impegno sostenuto da 2,2 miliardi di risorse dedicate. Ad affiancare il Tesoro, se l’operazione andrà in porto, sarà anche F2i che ha raccolto 1 miliardo per rilevare un altro 10%. Per Telecom la cessione della rete è l’opportunità di dare un consistente taglio al debito che oggi contribuisce in modo rilevante a bruciare cassa. Kkr ha già ottenuto l’autorizzazione all’acquisto della Netco ai fini del golden power, ma è ancora in attesa di poter avviare l’iter per il necessario parere dell’Antitrust Ue, condizione sospensiva per il closing, previsto al momento entro l’estate.

Gli analisti ritengono che per gestire un’operazione così complessa occorra stabilità nella governance. Molto dipenderà dalle mosse di Vivendi che, se non voterà la lista presentata dal consiglio uscente, col suo 23,75% assicurerà un congruo numero di posti alla lista che deciderà di appoggiare, come maggioranza o come minoranza di peso. Per ora, a quanto risulta, il socio francese ha depositato le sue azioni in vista della presentazione di una lista solo per il collegio sindacale. Non si conoscono le sue intenzioni sul consiglio di amministrazione, ma Vivendi nell’estate del 2022 aveva ritirato dal board i suoi rappresentanti diretti e, in polemica con la decisione del cda di cedere la rete senza consultare l’assemblea, da ultimo ha promosso una causa presso il Tribunale di Milano, con prima udienza fissata per il 21 maggio, dopo l’adunanza degli azionisti Tim che il 23 aprile dovrà rinnovare gli organi sociali.

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Il quadro delle candidature per il cda Tim intanto comincia ad affollarsi. Il fondo Merlyn, che quest’autunno aveva presentato un piano alternativo alla cessione della rete e ora invece vorrebbe cedere tutto tranne Tim enterprise, ha depositato giovedì sera una lista di dieci nomi di cui nove indipendenti. L’elenco comprende Umberto Paolucci (ex Microsoft, oggi imprenditore) per la presidenza e l’ex manager Telecom Stefano Siragusa come ad. Gli altri nomi sono quelli di Ersilia Vaudo, Niccolò Ragnini, Ida Panetta, Ottavia Orlandoni, Boris Nemsic, Robert Hackl, Paul Doany e Barbara Oldani.

La lista con otto nomi presentata mercoledì da Asati invece non è valida. Lo statuto di Telecom Italia prevede infatti che «le liste che contengano un numero di candidati pari o superiore a tre debbano assicurare la presenza di entrambi i generi». L’associazione dei piccoli azionisti/dipendenti ha perciò corretto il tiro, dimezzando a quattro il numero di candidati e aggiungendo ai primi tre nomi - il presidente Asati Franco Lombardi, Alberto Brandolese e Maurizio Matteo Decina - il nome di Francesca Dalla Vecchia, che lavora nello stesso studio di consulenza/commercialisti di Brandolese ad Arzignano.

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