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Alla scoperta della fantasia come strumento di buon management

di Gianni Rusconi

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Alla scoperta della fantasia come strumento di buon management

Alla scoperta della fantasia come strumento di buon management

“Il grande libro della fantasia” di Massimo Gerardo Carrese esplora il ruolo della fantasia nell’ambito aziendale e manageriale, evidenziando come possa essere un fattore decisivo per l’innovazione e la leadership

10 settembre 2024
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4' di lettura

Dal punto di vista editoriale e didattico, rappresenta un esercizio finora irrealizzato, e cioè quello di fare dei processi creativi una storia da raccontare e una scienza da applicare. “Il grande libro della fantasia” (edizioni il Saggiatore) di Massimo Gerardo Carrese, “fantasiologo” di professione e (sempre per mestiere) grande osservatore degli aspetti scientifici, umanistici, ludici e artistici dell’immaginazione e della creatività, è una buona lettura per diversi motivi. Fra questi, forse il più stimolante è la possibilità di “leggere” questo elemento in una chiave aziendale e di management, analizzando come la fantasia possa essere un fattore decisivo per un’organizzazione e per un leader, come applicarla e come allenarla.

Parlare di fantasia, come spiega l’autore al Sole 24 Ore, è entrare nel mondo dei Dialoghi di Platone come nelle opere di Bruno Munari ed attraversare i secoli per arrivare fino alle sfide dell’intelligenza artificiale: una materia incontenibile come la fantasia, questo l’assunto, si dispiega cominciando con lo studio dei primi sguardi sul mondo e termina con le tecnologie che annullano i confini tra realtà e finzione, svelando un gioco lungo millenni le cui regole restano perlopiù misteriose. La questione dell’AI, in particolare, è affrontata nell’ultimo capitolo del libro in maniera specifica, e ne vengono descritti gli aspetti positivi che questa tecnologia (in quanto strumento) può generare in veste di collaboratore (e non di sostituto) di un processo.

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La piena consapevolezza del significato tecnico-scientifico della fantasia è secondo l’autore una buona chiave per analizzare diversi spunti su cui riflettere. «La fantasia – precisa Carrese - è spesso considerata un attributo riservato agli artisti e ai creativi, ma ha un ruolo cruciale anche nel mondo aziendale e nelle attività manageriali. Questa facoltà, per esempio, permette di vedere oltre l’ordinario e dare vita a nuovi prodotti o servizi che non esistono ancora sul mercato e rappresenta in tal senso un contributo fondamentale per l’innovazione, poiché le aziende devono costantemente cercare nuovi modi per distinguersi dai concorrenti e soddisfare le esigenze mutevoli dei propri clienti».

L’indicazione che emerge per i manager è in buona sostanza la seguente: spesso i problemi complessi richiedono soluzioni creative e la fantasia può aiutarli a pensare fuori dagli schemi, trovando soluzioni che non sarebbero emerse attraverso il pensiero logico tradizionale. La fantasia, rispetto a questa visione, è quindi un invito a dialogare anche con una logica (lungamente approfondita nel libro) definibile come “pensiero laterale” e “pensiero divergente”, come “componente alternativa” ma dimostrabile in termini tecnici e pratici.

La fantasia, ha suggerito ancora l’autore, è fondamentale anche per pianificare una strategia e consente di prevedere possibili ostacoli e opportunità, preparando l’organizzazione a rispondere in modo agile: la capacità di pensare a scenari futuri può dunque aiutare le figure apicali dell’azienda a prendere decisioni più informate. Nondimeno, la fantasia è un fattore da non sottovalutare in un contesto motivazionale e di leadership: i leader possono creare una visione entusiasmante del futuro e trasferiscono questa visione in modo coinvolgente al proprio gruppo di lavoro, e tale atteggiamento aumenta l’engagement dei dipendenti, allineando gli sforzi di tutti verso obiettivi comuni. La fantasia gioca un ruolo di grande rilievo anche nell’ambito del design di prodotti, del packaging o ancora a livello di campagne pubblicitarie: una comunicazione creativa e visivamente attraente può differenziare il brand e attirare con più efficacia i clienti.

«Le organizzazioni – ha spiegato ancora Carrese - devono spesso affrontare cambiamenti rapidi e la fantasia, se intesa come facoltà del possibile, aiuta i manager a pensare a nuovi modi di lavorare, a concepire strutture organizzative innovative e approcci differenti alla gestione delle risorse umane. Una cultura aziendale che valorizza la fantasia in questi termini può attrarre talenti diversificati e promuovere un ambiente in cui le idee fuori dall’ordinario sono ben accolte, stimolando la collaborazione e la propensione alla crescita. Le aziende che incoraggiano questo modo di intendere la fantasia, inoltre, sono spesso anche più resilienti ed adattabili, proprio perché la capacità di costruire alternative e piani di riserva consente di rispondere meglio a situazioni di crisi e a cambiamenti improvvisi».

Nel libro, come si diceva, viene trattato con leggerezza uno dei fenomeni del momento e più nello specifico i rapporti intercorrenti fra fantasia, intelligenza artificiale e organizzazione manageriale. L’AI, ha sottolineato in proposito l’autore, può supportare e potenziare l’uso della fantasia in vari modi, contribuendo a migliorare l’efficienza e l’efficacia dell’organizzazione. L’applicazione della tecnologia segue diverse direttrici, dall’analisi di enormi quantità di dati per individuare tendenze e pattern che potrebbero sfuggire all’occhio umano, fornendo così informazioni preziose a supporto del processo decisionali, all’automazione di compiti ripetitivi per liberare tempo per i dipendenti affinché possano dedicarsi ad attività più creative e strategiche. Grazie alle capacità degli algoritmi di apprendimento automatico, l’intelligenza artificiale può offrire raccomandazioni basate su dati storici e simulazioni di scenari futuri e, non in ultimo, migliorare l’esperienza del cliente attraverso assistenti virtuali e sistemi di raccomandazione personalizzati. La fantasia, questa la chiosa di Carrese, «non è solo un attributo artistico, ma una competenza chiave, anche per l’organizzazione e per i manager che la compongono. Le aziende che riconoscono e coltivano l’importanza di questo elemento in termini tecnico-scientifici possono trovare soluzioni uniche e vantaggi competitivi significativi. Sempre che la fantasia sia intesa in senso specifico, non come evasione dalla realtà ma come facoltà che dimostra, e rende evidente nuove possibilità».

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