4 novembre, Mattarella all'Altare della Patria
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Fumata nera per l’elezione di un giudice della Corte costituzionale da parte del Parlamento in seduta comune. Nella prima votazione non è stato raggiunto il quorum richiesto. Su 464 votanti, si sono registrate 429 schede bianche, 28 nulle e 2 voti dispersi. Per far scattare l’elezione era necessaria la maggioranza dei due terzi dei componenti l’Assemblea. I presidenti delle Camere dovranno trovare un accordo per fissare la data della seconda votazione. Per gli scrutini successivi al terzo sarà sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei componenti l’Assemblea (363 voti). Un traguardo a cui la maggioranza potrebbe arrivare solo con l’apporto di pezzi dell’opposizione.
Il Parlamento deve eleggere il giudice che prenderà il posto del presidente Silvana Sciarra , la professoressa di diritto del lavoro che è stata nel 2014 la prima donna eletta dal Parlamento alla Consulta e il cui mandato scade l’11 novembre. In vista dell’imminente addio di Sciarra il collegio dei giudici costituzionali ha indicato all’unanimità Augusto Barbera come presidente pro tempore.
L’11 novembre scade anche il mandato dei due vicepresidenti, Daria De Pretis e Nicolò Zanon, entrambi di nomina presidenziale. In settimana Sergio Mattarella comunicherà i due nuovi giudici che dovranno subentrare a De Pretis e Zanon. Visto che con le prossime uscite la componente femminile alla Consulta sarà dimezzata, è probabile che il capo dello Stato indichi tra i due nomi quello di una donna. Solo ipotesi sui curriculum che il presidente potrebbe prendere in considerazione: tra gli altri quelli di Ida Angela Nicotra, professoressa di diritto costituzionale all’università di Catania e moglie del consigliere del Csm Felice Giuffrè, o di Gabriella Palmieri Sandulli, avvocata generale dello Stato, prima donna a ricoprire questo incarico.
La Corte costituzionale si prepara perciò a un rinnovo profondo della sua composizione: per la fine dell’anno prossimo dovranno lasciare altri tre giudici costituzionali, tutti eletti dal Parlamento nel 2015. A dicembre 2024 si tratterà di sostituire Augusto Barbera, designato dal collegio della Consulta presidente pro tempore, Franco Modugno e Giulio Prosperetti.
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