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Il caso Ariston agita il governo. Tajani: «Attivati in Ue sulle sanzioni a Mosca, tavolo con aziende sia permanente»

di Redazione Roma

Commissione Ue: Ariston? Russia disprezza il diritto internazionale

L’incontro dopo le ultime decisioni assunte da Mosca sulle attività di aziende italiane in Russia. Pressing del governo per avviare una consultazione a livello di Ue che consenta di inserire le aziende colpite da ritorsioni russe nei programmi di compensazione europei

2 maggio 2024
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3' di lettura

In merito al caso Ariston «abbiamo convocato l’ambasciatore russo in Italia e gli abbiamo manifestato le nostre perplessità sulla decisione. Ci siamo anche attivati con l’Ue perché il tema delle sanzioni possiamo affrontarlo solo in un contesto comunitario». Lo ha detto il ministro degli Affari esteri, Antonio Tajani, nel corso del suo intervento al tavolo di lavoro per le imprese italiane in Russia, che si è svolto questa mattina alla Farnesina. L’incontro è stato convocato in seguito alle recenti misure disposte dal governo russo nei confronti di alcune aziende straniere, tra cui Ariston Thermo Group.

«La nostra ambasciata a Mosca- ha spiegato Tajani - sta facendo tutto il possibile: ci siamo attivati immediatamente dopo il passaggio, che loro dicono temporaneo, di Ariston a Gazprom».

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«Ci siamo attivati anche sul fronte dell’Unione europea - ha continuato il ministro -perchè tutto il tema delle sanzioni si può affrontare soltanto nel contesto europeo. Stiamo lavorando per trovare una soluzione che permetta di ottenere un risarcimento del danno che subiscono le imprese che sono colpite dalla sanzioni russe».

Tajani: «Evitare altri casi Ariston, tavolo con aziende sia permanente»

Nel suo intervento Tajani ha posto l’accento sul fatto che è un «approccio concreto per risolvere i problemi che le aziende italiane hanno nella Federazione russa» quello del governo italiano che, ha sottolineato Tajani, si è «attivato immediatamente» dopo il caso Ariston, anche per «evitare che ripetano casi simili» «Questa riunione operativa - ha continuato il responsabile della Farnesina - ha come obiettivo quello di esprimere alle aziende la maggiore tutela possibile da parte del governo». Tajani ha proposto che «può diventare un tavolo permanente e non una tantum». Il titolare della Farnesina ha quindi affermato che «continueremo a sostenere le aziende italiane in un momento complicato per quanto riguarda la loro presenza nella Federazione russa», mettendo in campo «tutti gli strumenti politici e organizzativi che abbiamo a disposizione».

Secondo le indicazioni fornite dalla Farnesina, all’incontro hanno partecipato Confindustria, Ice Agenzia, rappresentanti del ministero delle Finanze, delle Imprese e del Made in Italy, le associazioni di categoria e le aziende con rilevanti investimenti nella Federazione, in videocollegamento l’Ambasciata d’Italia a Mosca ed esponenti della collettività imprenditoriale italiana in Russia. L’appuntamento è servito a raccogliere aggiornamenti sulla situazione direttamente dalle imprese che operano nel Paese e per uno scambio di vedute sulle modalità con cui il Governo intende tutelare i legittimi interessi della comunità d’affari in Russia.

La mossa di Putin: a Gazprom la gestione delle filiali della Ariston

Il 26 aprile con una decisione inattesa, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto per il trasferimento temporaneo delle filiali russe dell’italiana Ariston e della tedesca Bosch alla russa Gazprom Domestic Systems, la società del gruppo statale Gazprom produttrice di elettrodomestici. Il decreto, postato sul portale ufficiale per le informazioni legali, riguarda la Ariston Thermo Rus LLC, controllata da Ariston Holding, e la BSH Household Appliances LLC, controllata da BSH Hausgerate GmbH.

Roma convoca l’ambasciatore Paramonov

Il 29 aprile il governo italiano ha chiesto ufficialmente un passo indietro alle autorità russe dopo la nazionalizzazione dell’Ariston Thermo Group. All’ambasciatore Alexey Paramonov, convocato alla Farnesina, è stato espresso in quella occasione il «forte disappunto» per una misura che ha colpito le «legittime attività economiche di imprese straniere» in Russia. Il diplomatico però ha tenuto il punto, accusando Roma di «sacrificare gli interessi nazionali a pericolose avventure anti-russe».

La strategia di Mosca

Dall’inizio della guerra in Ucraina la Russia ha posto sotto “gestione temporanea” i beni di una ventina di aziende occidentali (tra cui Danone e Carlsberg) giustificando queste iniziative come ritorsioni per le sanzioni occidentali. E Mosca, in questa fase, guarda con attenzione anche agli asset congelati in Europa, nel caso passasse la linea di utilizzarli per sostenere finanziariamente Kiev. Vladimir Putin, allo stesso tempo, dalla primavera del 2022 ha spinto sulla nazionalizzazione anche di industrie private russe, in nome della “sicurezza nazionale”: dal tessile alle terre rare, dall’ottico-meccanica all’elettronica, nel segno di una quasi completa conversione ad un’economia di guerra.

Urso: attivati con Bruxelles per misure compensatorie in favore imprese

«Noi abbiamo chiesto all’istituzione europea, la Commissione, di lavorare insieme a un provvedimento, quindi europeo, che consenta alle imprese di potersi rivalere, in Europa, sugli asset di coloro che sono stati beneficiari di un provvedimento di amministrazione o di esproprio - ha spiegato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a SkyTg24 -. Questo credo che sia un obiettivo raggiungibile e che, se da una parte andrà a sostegno ovviamente della rivalsa di Ariston, nei confronti di colui che di fatto è il beneficiario del provvedimento di Putin, e nel contempo, possa scoraggiare la Russia dal perseverare su questa strada. Una misura compensatoria - ha continuato Urso - a tutela delle imprese che vengono colpite da questi provvedimenti, ma anche per scoraggiare il perseverare su questa strada, penso che sia la misura più efficace».

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