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Caporalato, nelle campagne italiane 230mila lavoratori sfruttati

di Micaela Cappellini

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Caporalato, nelle campagne italiane 230mila lavoratori sfruttati

Caporalato, nelle campagne italiane 230mila lavoratori sfruttati

Circa 55mila sono donne e il 30% non migranti. Paga media: 20 euro al giorno. E si può arrivare a lavorare fino a 14 ore. Oggi tavolo al ministero

21 giugno 2024
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2' di lettura

La morte di Satnam Singh, il giovane bracciante indiano della provincia di Latina, è una storia che tocca da vicino 230mila lavoratori nelle campagne italiane. Tante sono infatti le persone sfruttate oggi nel nostro Paese, senza contratto e senza diritti: di queste, 55mila sono donne e il 30% non sono migranti extra-comunitari, ma cittadini italiani o della Ue. La fotografia arriva dall’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai-Cgil, che da anni monitora il caporalato e le agromafie nel nostro Paese.

L’economia dei caporali

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Ma i dati coincidono con quelli dell’Istat, e dimostrano che ancora oggi più di un bracciante su quattro in Italia lavora in nero. La paga? «In media, 20 euro al giorno per una giornata di lavoro che va dalle 10 alle 14 ore - racconta Jean-René Bilongo, presidente dell’osservatorio - ma c’è anche chi di euro ne prende solo 10 oppure nemmeno uno, ma acqua e un panino e basta. Le donne poi vengono pagate il 20-30% in meno degli uomini». Quanto valga, l’economia nera dello sfruttamento, è difficile dirlo: «Anni fa avevamo tentato un calcolo - dice Bilongo - ma non eravamo arrivati a niente. Quello che possiamo calcolare è l’evasione contributiva nel settore agricoltura, che dovrebbe essere compresa tra i 700 e 900 milioni di euro. In questa stima però non rientrano tutti gli anelli della filiera agroalimentare ma solo il primo, per questo sembra così bassa».

Dall’Agro pontino al Veneto

L’Agro pontino e la provincia di Latina sono tra le aree dove lo sfruttamento dei braccianti è più radicato. Ma non sono le uniche, come dimostrano anche i sette arresti avvenuti in questi giorni fra le province di Caserta e Napoli per intermediazione illecita di lavoratori extra-comunitari pagati 2 euro all’ora. La geografia del caporalato copre tutta l’Italia: dalla Capitanata foggiana alle campagne piemontesi di Saluzzo, dal Ragusano al Metapontino, dal Fucino abruzzese al Veneto. Delle 405 aree di caporalato diffuso censite dall’Osservatorio Placido Rizzotto, più della metà sono al Nord. La morte di Satnam Singh ha smosso le coscienze.

Oggi tavolo al ministero

I sindacati di settore - Flai, Fai e Uila - hanno chiesto con urgenza la convocazione di un tavolo e i ministri dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e del Lavoro, Marina Calderone, lo hanno subito concesso per questa mattina. «Chiediamo di intervenire sul meccanismo del Decreto flussi - spiega il segretario della Flai-Cgil, Giovanni Mininni, la cui sigla ha anche indetto lo sciopero del settore agricolo per domani a Latina - oggi solo il 20% di chi viene chiamato in Italia vede trasformare il proprio contratto a tempo determinato, tutti gli altri finiscono per rimanere nelle maglie del sommerso». I sindacati chiedono anche che vengano spesi i 200 milioni di euro del Pnrr per il superamento dei ghetti, dato che alcuni comuni hanno già detto di non volere questi fondi.

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