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Tesla, riscossa degli utili e del titolo. Musk promette crescita del 30% nel 2025

di Marco Valsania

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Tesla, riscossa degli utili e del titolo. Musk promette crescita del 30% nel 2025

Tesla, riscossa degli utili e del titolo. Musk promette crescita del 30% nel 2025

Ma i conti sono stati aiutati dal business dell’energia e dalla vendita di crediti per le emissioni. Per il futuro impegno sul robotaxi e 10 miliardi di investimenti in data center.

23 ottobre 2024
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4' di lettura

Tesla accelera dopo un periodo di performance appannate: il leader americano dell’auto elettrica e hi-tech ha chiuso il terzo trimestre con un utile in aumento del 17% a 2,2 miliardi di dollari, sopra le attese degli analisti, e un fatturato salito dell’8% a 25,2 miliardi anche se leggermente deludente. Gli utili per azione sono stati pari a 72 centesimi contro i 58 previsti. Il Ceo Elon Musk ha inoltre scommesso su una significativa crescita nelle vendite di veicoli l’anno prossimo.

La combinazione ha messo il turbo al titolo a Wall Street: nel dopo mercato ha guadagnato il 12 per cento. Da inizio anno era finora in ribasso del 13%, eroso da due trimestri consecutivi di declini nella performance.

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«Nonostante le attuali condizioni economiche, ci attendiamo un leggero aumento delle consegne di veicoli nel 2024», ha affermato Tesla. Tesla aveva già dichiarato all’inizio di questo mese che le consegne del trimestre di settembre sono cresciute di oltre il 6%, segnando il primo trimestre di crescita dopo flessioni nel periodo gennaio-giugno ma deludendo gli analisti. Musk ha tuttavia adesso anticipato che si aspetta un aumento nelle vendite di veicoli compreso tra il 20% e il 30% nel corso del 2025, nettamente più brillante rispetto a quest’anno. “Questa è la mia ipotesi migliore”, ha detto.

Negli ultimi tre mesi i conti di Tesla hanno ricevuto un determinante sostegno da attività non nell’auto, dalla vendita a terzi di crediti per le emissioni e dal business dell’energia. Nell’auto ogni spinta è arrivata anzitutto dal ricorso a sconti e incentivi. Il Cybertruck, finora in perdita, è riuscito a riportare un primo attivo.

Guardando avanti, nel segmento core dei veicoli Musk adocchia un cambiamento di marcia: ha confermato la cancellazione di piani di un apposito modello a basso costo da 25.000 dollari. Al suo posto arriveranno nella prima metà del 2025 versioni ridimensionate sotto i 30.000 dollari, una volta considerati incentivi pubblici, di modelli esistenti. Il nuovo veicolo successivo sarà l’atteso robotaxi, il Cybercab dorato da due posti completamente autonomo successivamente affiancato dal Robovan con 20 passeggeri in stile Art Deco. Musk ha fatto sapere che il Cybercab costerà meno di 30.000 dollari e entrerà in produzione nel 2027.

Tesla ha inoltre indicato che investirà oltre dieci miliardi fin da quest’anno per espandere i suoi data center e al fine di potenziare i software necessari allo sviluppo di vetture del domani del tutto autonome, considerate da Musk il destino del settore. Tesla ha in programma di rilasciare l’anno prossimo una versione di guida del tutto autonoma del suo sistema di guida assistita, battezzata Full Self-Driving e una app di ride-hailing. Musk vuole che l’azienda venga considerata in tutto come un protagonista di robotica e intelligenza artificiale, un’identità capace a suo avviso di far veleggiare la sua marker cap verso i 30.000 miliardi.

Interrogativi restano però aperti sulle prospettive di crescita del gruppo. Tesla fa i conti con una crescente concorrenza, da parte di tradizionali case automobilistiche e di nuovi protagonisti quali marchi cinesi. In gioco è poi una generale flessione nella domanda di veicoli elettrici dopo passati boom. Quando si tratta di strategie e prodotti, lo stesso Cybercab desta perplessità: gli investitori chiedono maggiori delucidazioni dopo che è stato al centro di un recente, sfarzoso annuncio a Hollywood. E’ considerato tuttora scarno di dettagli sul debutto, sia della vettura che di un collegato servizio di taxi, anche dopo le novità rivelate nelle ultime ore assieme al bilancio.

Nè la performance finanziaria in senso stretto del leader dell’auto elettrica è la sola preoccupazione del mercato. Focus di gran parte della recente attività di Musk, padre-padrone dell’azienda, è stato in realtà il suo sostegno politico aperto all’elezione di Donald Trump una seconda volta alla Casa Bianca. Su questa ha investito decine di milioni di dollari, ricevendo in cambio la promessa di un incarico da super-consulente del governo dedito a migliorarne l’efficienza e eliminare regolamentazioni. Al di là di polemiche su conflitti di interesse a venire, dato che le agenzie federali sotto esame di Musk sarebbero anche quelle con poteri si supervisione sulle sue attività, alcune delle sue attuali donazioni già si scontrano con nodi legali: sono rivolte a elettori, a colpi di assegni da un milione di dollari, in apparente violazione di leggi federali che proibiscono pratiche di acquisto di voti o di incentivo pecuniario all’iscrizione nei registri elettorali.

Musk ha partecipato di persona a numerosi comizi con e per Trump e rilasciato controverse dichiarazioni e prese di posizione sui social media, denunciate dai critici a volte anche come filo-naziste, antisemite, razziste e misogine. Ha promosso infondate teorie cospirative contro il governo e su presunte truffe elettorali ai danni di Trump, da manipolazioni delle tecnologie per il voto a urne travolte da immigrati illegali. La sua piattaforma di social media X è considerata da numerosi osservatori una fucina di disinformazione. Alcuni analisti si domandano così se prima o poi l’attività politica di Musk possa danneggiare l’immagine e il business stesso di Tesla, azienda quotata ma con un board controllato da lui e da una ristretta cerchia di familiari e fedelissimi.


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