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Elezioni Europee in Spagna: Avanzano i Popolari di Feijoo, Resistono i Socialisti di Sanchez

di Luca Veronese

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Elezioni Europee in Spagna: Avanzano i Popolari di Feijoo, Resistono i Socialisti di Sanchez

Elezioni Europee in Spagna: Avanzano i Popolari di Feijoo, Resistono i Socialisti di Sanchez

I Popolari di Alberto Nunez Feijoo guadagnano terreno, ma i Socialisti di Pedro Sanchez mantengono la loro posizione nelle elezioni europee in Spagna

9 giugno 2024
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2' di lettura

Avanzano i Popolari di Alberto Nunez Feijoo ma tengono i Socialisti di Pedro Sanchez . E nonostante il nuovo balzo di Vox, la destra guadagna poco o nulla nelle elezioni europee in Spagna.

Il Partito popolare, al termine dello scrutinio, ha prevalso con il 34,2% dei voti pari a 22 seggi, in netta crescita rispetto ai precedenti 13, ottenuti tuttavia fagocitando totalmente gli ex alleati di Ciudadanos che scompaiono dal Parlamento europeo. Il Partito socialista resta stabile, con il 30,2% dei consensi, e 20 seggi al Parlamento Ue. Cresce Vox con il 9,6% dei voti, pari a sei eurodeputati, il doppio di quelli che aveva. A sinistra, Yolanda Diaz con Sumar avrà tre seggi, Podemos due. Tre seggi anche per Ahora Republicas, coalizione di forze indipendentiste regionali.

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Una delle grandi novità è l’emergere con tre seggi del partito Salf - che sta per Se Acabò la Fiesta, la festa è finita - guidato dall’agitatore dei social media, Luis Perez, detto Alvise Perez.

Il leader socialista si è presentato al seggio assieme alla moglie Begona Gomez, indagata in una vicenda di corruzione e traffico di influenze che ha scosso la campagna elettorale. «Invito alla partecipazione per fermare l’ondata reazionaria: i cittadini spagnoli mostreranno che sono per il progresso, per guardare avanti e non retrocedere», ha detto ieri Sanchez. Nei giorni scorsi lo stesso premier, duramente criticato dalle opposizioni, aveva detto: «Dopo avere fermato l’ultradestra in Spagna, è ora di tornare a dare una lezione al mondo, un esempio all’Europa di come possiamo fermare l’internazionale dell’ultradestra».

«Non mi ricordo una campagna elettorale tanto incentrata sui temi europei come questa: l’economia, la svolta green ma soprattutto i fondamenti dell’Europa con la contrapposizione tra la destra sovranista e la sinistra», spiega Oriol Bartomeus, direttore dell’Istituto di Scienze politiche e sociali dell’Università autonoma di Barcellona. «Sanchez - aggiunge Bartomeus - ha fatto appello agli spagnoli per fermare l’avanzata della destra, replicando in parte la strategia che aveva seguito nelle ultime elezioni spagnole: lì era uscito sconfitto dai popolari ma poi si è preso la rivincita riuscendo a mettere in piedi una coalizione di governo. In Europa vedremo quali strategie seguiranno i conservatori spagnoli».

Una campagna tutta sull’opposizione a Sanchez

Il loro leader, Nunez Feijoo, aveva incentrato tutta la campagna sull’opposizione a Sanchez. «L’unico voto che dà fastidio a Sanchez è quello al Partito popolare. Qui - ha ripetuto - non ci sono sfoghi, lezioni o esperimenti da fare: se vuoi far danno a Sanchez, vota la lista del Partito popolare».

Nessun dubbio comunque sulla vocazione europeista della Spagna. «Per gli spagnoli l’Europa è la base della democrazia, lo sviluppo, la prospettiva di progresso. La nostra storia ci porta ad avere entusiasmo nei confronti del progetto di Unione europea - afferma Alberto Lopez Basaguren, professore di Diritto costituzionale all’Università dei Paesi Baschi - e anche per questo, seguendo il sentimento popolare, sia i governi conservatori sia quelli socialisti non hanno mai messo in discussione i legami con Bruxelles. Perfino gli indipendentisti della Catalogna, pur attaccando lo Stato spagnolo, sono in larghissima maggioranza favorevoli all’Europa».

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