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Accise, dall’allineamento fra benzina e diesel possibile 1 miliardo in più per lo Stato

di Gianni Trovati

Dal piano strutturale alla legge di bilancio: tutte le tappe verso la manovra da 25 miliardi

Per pareggiare i due valori serve un ritocco da 5,5 centesimi per ogni litro

5 ottobre 2024
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3' di lettura

Quando si parla di rimodulazione delle accise le ipotesi tecniche corrono parecchio. Ma poi in genere scivolano su un terreno reso scivolosissimo dalla politica. Perché intorno ai numeri che cambiano più o meno velocemente sugli schermi dei distributori durante il rifornimento si consolida o si sgretola una fetta non marginale del consenso, non quantificabile ma molto cara a leader e aspiranti tali.

Le promesse di tagli

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In questi giorni è tornato a girare sui social il video di Giorgia Meloni che nel 2019, alla guida di un’auto oltre che di un partito di opposizione allora piccolo ma in rapida crescita, affermava di pretendere che «le accise vengano progressivamente abolite». L’anno prima Matteo Salvini, in corsa verso le elezioni che poi avrebbero dato vita al Governo gialloverde, era più drastico nel promettere l’addio «subito» a sette vecchie accise, poi invece sopravvissute a tutti i successivi rivolgimenti politici del Paese. Ma la storia recente contempla anche le misure del Governo Draghi, che per frenare il balzo dei prezzi prodotto dall’invasione russa dell’Ucraina ha introdotto tagli temporanei alle accise poi più volte prorogati e rivisti fino al tramonto di fine 2022: con un costo di oltre 8 miliardi di euro finiti soprattutto nei conti famigliari degli italiani più ricchi, com’era ovvio per un taglio di un’entrata fiscale collegata ai consumi e come poi certificato dall’Ufficio parlamentare di bilancio; secondo cui il decile con maggiore capacità di spesa ha ottenuto 6,5 volte le risorse arrivate alla popolazione più povera.

L’accisa del gasolio

In un mare così mosso è dunque meglio buttarsi con il salvagente di qualche certezza. La prima è scritta nel catalogo annuale dei sussidi ambientalmente dannosi, redatto dal ministero dell’Ambiente per mettere in fila gli sconti fiscali alle attività inquinanti. «In Italia - si legge a pagina 109 dell’ultima edizione - l’accisa applicata per il gasolio per autotrazione è inferiore a quella della benzina e ciò non trova giustificazioni in termini ambientali».

Le richieste di Bruxelles

La questione è più stringente dal 2022, quando la Commissione europea ha cominciato a premere nelle «Raccomandazioni specifiche» all’Italia per una riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi, mentre a livello regolamentare iniziava a chiedere di abbandonare il legame fra richieste fiscali e volume dei carburanti venduti, tipico delle accise, per misurare le entrate in base al contenuto energetico e alla «prestazione ambientale» dei combustibili.

L’intervento del Governo

In questa cornice, obbligata anche se sideralmente distante dagli slogan delle promesse elettorali, si sta muovendo il Governo. Come? Lo spiega lo stesso Esecutivo nel Piano strutturale di bilancio ora all’esame delle Camere. A pagina 116 si sottolinea che «il riordino delle spese fiscali» è «un ambito di riforma di particolare importanza per il completamento dell’attuazione della legge delega fiscale»; e che fra i suoi obiettivi principali c’è «l’allineamento delle aliquote delle accise per diesel e benzina». Tutto sta a intendersi su che cosa sia questo «allineamento».

L’«allineamento» delle accise

Due calcoli aiutano a inquadrare un’ipotesi. Oggi il gasolio sconta accise per 61,7 centesimi al litro, mentre la benzina arriva a 72,8 centesimi. Farle incontrare a metà, tagliando di 5,5 centesimi le accise sulla benzina aumentandole dello stesso importo per il gasolio, avrebbe un doppio effetto: mantenere il totale delle accise per litro di carburante invariato, come spiegato giovedì da Palazzo Chigi nel tentativo di fermare l’onda delle polemiche, ma produrre circa un miliardo di euro in più di gettito per lo Stato. Perché il gasolio (28 miliardi di litri consumati nel 2023) si vende 2,5 volte di più rispetto alla benzina (11 miliardi di litri), e quindi produce più accise in valore assoluto (l’anno scorso 17,2 miliardi contro 8,1). Con questi volumi, chi acquista benzina pagherebbe circa 600 milioni in meno, ma chi compra gasolio verserebbe 1,6 miliardi in più: autotrasportatori compresi, e non è un dettaglio. La conferma arriva dall’Unem, secondo cui l’allineamento secco delle accise sul gasolio a quelle della benzina (già smentito però dal Governo) costerebbe due miliardi.

Gli altri interventi

Questi, insomma, sono gli ordini di grandezza in gioco: ma potrebbero essere un po’ alleggeriti dall’abolizione di qualche vecchia accisa, che per tradursi da promessa a norma ha però bisogno di una copertura, oppure azzerati dal mancato accordo nel Governo.

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