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UniCredit stringe su Commerzbank, Scholz: no ad acquisizioni ostili. Tajani: in Ue c’è libero mercato

di Luca Davi

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UniCredit stringe su Commerzbank, Scholz: no ad acquisizioni ostili. Tajani: in Ue c’è libero mercato

UniCredit stringe su Commerzbank, Scholz: no ad acquisizioni ostili. Tajani: in Ue c’è libero mercato

UniCredit ha presentato una richiesta regolamentare per acquisire una partecipazione superiore al 10% e fino al 29,9% in Commerzbank. Attualmente, la sua posizione è al 21% e la banca si mantiene flessibile per vendere o aumentare ulteriormente la sua partecipazione, a seconda delle interazioni con Commerzbank e altri stakeholder in Germania

23 settembre 2024
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3' di lettura

UniCredit non molla la presa su Commerzbank ma anzi rilancia. Dopo lo stop alla vendita di nuove azioni da parte del Governo di Berlino, la banca italiana ha comunicato di aver «presentato istanza regolamentare per l’acquisizione di una partecipazione superiore al 10%», dal 9% attuale, per salire «fino al 29,9% in Commerzbank». E nel frattempo l’istituto comunica di aver «sottoscritto» nella giornata di oggi «strumenti finanziari aventi a oggetto una partecipazione pari a circa l’11,5% del capitale sociale» della banca tedesca.

Tradotto: la posizione complessiva di UniCredit in Commerzbank «ha raggiunto circa il 21%», come annuncia l’istituto in una nota, precisando che «il relativo regolamento in azioni può avvenire solo subordinatamente all’ottenimento delle relative autorizzazioni».

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Scholz: acquisizioni ostili non sono buone per le banche

«Attacchi non amichevoli, acquisizioni ostili non sono una buona cosa per le banche». Lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz rispondendo a New York a una domanda sull’aumento da parte di Unicredit delle azioni di Commerzbank. «Il governo si è posizionato in modo netto e dice chiaramente: noi riteniamo che non sia adeguato in Europa e in Germania procedere con metodi non amichevoli, senza alcuno spirito di cooperazione e senza concordare nulla, per partecipare ad un’impresa», ha concluso.

Ma il ministro degli Esteri italiano Tajani non ci sta e risponde per le rime al cancelliere tedesco: «In Europa c’è il libero mercato, non capisco perché quando qualcuno viene ad acquistare in Italia, si dice che siamo in un sistema europeo, moderno e del mercato unico, se poi un italiano acquista fuori non siamo più nel mercato unico…». «Si tratta di un’iniziativa di privati, legittima», prosegue Tajani. «Non comprendo perché questo dovrebbe essere un atto ostile: ci sono le norme bancarie, le norme europee, mi pare che Unicredit le abbia rispettate».

UniCredit si tiene “mani libere”

La banca guidata dall’a.d. Andrea Orcel si tiene comunque mani libere, all’insegna della massima «flessibilità» sia a vendere che a proseguire negli acquisti. Per questo sottolinea che «la maggior parte dell’esposizione economica di UniCredit è oggetto di copertura, al fine di assicurare piena flessibilità di rimanere a questo livello, cedere la partecipazione, con una copertura in caso di ribassi, o incrementarla ulteriormente, in funzione dell’esito delle interlocuzioni con Commerzbank, i suoi consigli di gestione e di sorveglianza e, più in generale, tutti i suoi stakeholder in Germania»

UniCredit «ritiene che ci sia un significativo potenziale di creazione di valore che possa essere estratto in Commerzbank, sia in uno scenario standalone che in UniCredit, a beneficio dell’intera Germania e di tutti i suoi stakeholder». «Ciononostante - puntualizza -, come avvenuto per UniCredit stessa, lo sviluppo di tale potenziale richiede l’adozione di azioni concrete».

La mossa di Orcel e il supporto della Bce

Ancora una volta, Andrea Orcel spiazza il mercato con una mossa a sorpresa. Dopo aver rastrellato nelle scorse settimane il 9% circa di Commerz in due tranche - metà sul mercato e l’altra metà nel corso di un’asta indetta dal Governo tedesco, che a suo dire era inconsapevole delle volontà della banca italiana – il banchiere va avanti nella sua “Campagna di Germania”, superando anche i messaggi (e i veti) che arrivano dal mondo politico tedesco, o quanto meno da una sua parte.

Venerdì scorso il Governo di Berlino, tramite il Comitato direttivo interministeriale responsabile delle decisioni chiave del Fondo di Stabilizzazione dei Mercati Finanziari, ha infatti comunicato che «al momento» non venderà, fino a nuovo avviso, ulteriori azioni a seguito della cessione parziale di azioni avvenuta nei giorni scorsi, ribadendo come «la strategia della banca sia orientata all’indipendenza».

Oggi, dunque, la contromossa di Orcel, che ha sfruttato così il calo mattutino del titolo Commerzbank, indebolitosi a valle dell’annuncio dell’esecutivo tedesco. E che forse punta a fare breccia nelle fratture interne al Governo Semaforo, magari supportato dalle istituzioni europee, a partire dalla Bce che vede di buon occhio le fusioni transfrontaliere. Una volta ottenuto l’ok di Francoforte e con il 21% in tasca, UniCredit si troverebbe primo azionista di Commerz davanti al Governo tedesco, a un passo dalla soglia dell’Opa.

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