Riciclaggio, Montecarlo rischia la “lista grigia”. Soldi sporchi da Italia e Francia
4' di lettura
La maggior parte dei soldi riciclati nel Principato di Monaco arriva da Italia e Francia. Impossibile quantificare il flusso di denaro che dall’estero raggiunge Montecarlo per essere ripulito.
Ma già nel gennaio 2023 Moneyval, l’organismo permanente del Consiglio d’Europa incaricato di valutare il rispetto dei principali standard internazionali nel contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo, identificava Italia e Francia come i punti di partenza dei flussi di denaro sporco che approdavano nel Principato.
Moneyval inanellava una serie di rilievi e di vulnerabilità dei sistemi di controllo di Montecarlo, ai quali il Principato ha già risposto con una legge del 2023 che ha aumentato la trasparenza finanziaria e societaria.
Ma il provvedimento potrebbe non essere giudicato sufficiente. Secondo Bloomberg, infatti, Montecarlo rischia di essere aggiunto alla “lista grigia” finanziaria internazionale al termine del meeting del Fatf-Gafi (l’organizzazione intergovernativa fondata dal G7 per combattere il riciclaggio) il 28 giugno a Singapore.
Poiché è uno dei paesi più ricchi del mondo, con la più alta concentrazione di milionari e di miliardari, Monaco è considerato particolarmente vulnerabile alle minacce finanziarie.
Anche il suo fiorente mercato immobiliare, dove un metro quadro può essere venduto anche a 120mila euro, e i suoi tre casinò sono considerati fattori rischio. «Il profilo internazionale, in particolare attraverso i servizi bancari e finanziari che offre, lo rende un obiettivo primario per flussi finanziari sospetti - hanno scritto gli analisti di Moneyval nel rapporto del 2023 -. Nella maggior parte dei casi in cui viene identificato, il reato presupposto è commesso all’estero e i proventi del reato vengono riciclati a Monaco. Per la maggior parte, questi proventi provengono da giurisdizioni vicine, in particolare Francia e Italia».
Se Monaco venisse aggiunto alla lista grigia, il risultato sarebbe probabilmente dannoso per la sua economia. Il principato sarà soggetto a un maggiore controllo normativo e alcuni investitori potrebbero essere restii a fare affari nel paese.
Secondo Moneyval, «la minaccia di riciclaggio deriva principalmente da reati presupposto commessi all’estero. I paesi più probabilmente coinvolti sono Francia e Italia, poi Russia e Belgio. Le truffe in senso lato (tra cui frode, appropriazione indebita, falsificazione e utilizzo di documenti falsificati) rappresentano i principali reati presupposto (36%), seguiti dalla corruzione e dal traffico di influenze (29%) e poi in misura minore dalle frodi sull’Iva e dalle frodi fiscali sulle società (9%)».
Sempre secondo Moneyval, i principali settori di attività a rischio riciclaggio sono, in ordine decrescente, banche, società di gestione del risparmio, agenti immobiliari, intermediari immobiliari, società di yacht e agenti sportivi.
Il rapporto evidenziava anche i rischi legati alle circa 20mila società registrate nel Principato. Il rischio principale è collegato alle società di persone nel settore immobiliare e alle società a responsabilità limitata nel settore della nautica da diporto. Ci sono poi le Llc nel settore finanziario o immobiliare e le altre tipologie di società di diritto civile. Le Società civili rappresentano il 79% di tutte le entità registrate a Montecarlo. Anche le società per azioni monegasche (Sam) presentano un elevato livello di rischio.
L’analisi ha anche sottolineato che le società a responsabilità limitata (Sarl) sono vulnerabili al rischio di riciclaggio a causa della loro recente introduzione (questa forma giuridica è stata creata nel 2007) e del loro sviluppo molto rapido (costituivano il 14% delle società monegasche nel 2021, ma il 68% delle società commerciali), i requisiti patrimoniali applicabili e la limitata vigilanza esterna. Le Sarl, comprese quelle che svolgono attività nei settori nautico, gestionale, finanziario e immobiliare, sono classificate come ad alto rischio.
Altri aspetti critici rilevati dagli esperti di Moneyval riguardano il sistema giudiziario, che non appare sempre in grado di contrastare il riciclaggio. Con la riforma del Codice penale nel 2018 è stato introdotto un meccanismo di presunzione di riciclaggio. È stato un passo avanti importante ma fino a oggi ha portato a una sola condanna, peraltro non definitiva, nel 2021.
Inoltre – spiegavano ancora nel rapporto gli esperti di Moneyval - a Monaco, a differenza di altre giurisdizioni, non esiste alcun limite temporale per il deposito dei ricorsi né alcuna restrizione al numero di volte in cui la stessa questione giuridica può essere sollevata. Questo aumenta la durata dei procedimenti giudiziari.
Il rapporto elencava anche il numero di soggetti che dovrebbero fungere da “guardiani” nella lotta al riciclaggio con le loro segnalazioni sospette. Alla fine del 2020 erano presenti a Montecarlo tre notai, tre ufficiali giudiziari, 22 avvocati difensori, nove altri avvocati e un praticante.
Monaco contava anche 83 agenti o broker assicurativi che vendono polizze di assicurazione sulla vita o altre forme di assicurazione legate agli investimenti. Poi, tre cambiavalute e un prestatore di pegno. Ci sono tre casinò, 151 agenti immobiliari, 77 consulenti legali, 47 dottori commercialisti e contabili certificati, 144 gioiellieri-commercianti in metalli preziosi e pietre preziose, 37 Trust e Company service providers, 34 fiduciari, 26 banditori e 22 multi-family office.
Anche altri professionisti sono soggetti alla legge antiriciclaggio: 305 commercianti immobiliari, 40 commercianti di antiquariato e arte, 19 commercianti di autoveicoli, 62 agenti sportivi, un consulente e intermediario di crowdfunding, tre magazzinieri di Freeport e 172 professionisti della nautica da diporto.
Angelo Mincuzzi
Caporedattore e inviato
P.I. 00777910159 Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie Privacy policy