Finanza
Pubblicità

Finanza

Apple Intelligence: la nuova frontiera dell'AI che spinge il titolo di Apple ai massimi storici

dal nostro inviato Biagio Simonetta

Immagine non disponibile
Apple Intelligence: la nuova frontiera dell'AI che spinge il titolo di Apple ai massimi storici

Apple Intelligence: la nuova frontiera dell'AI che spinge il titolo di Apple ai massimi storici

A circa 24 ore di distanza dalla presentazione di Apple Intelligence, il titolo vola. La tecnologia su iPhone impressiona

11 giugno 2024
Pubblicità

3' di lettura

CUPERTINO (CALIFORNIA) - È il day after, quello magico, per Apple. Perché a circa 24 ore di distanza dal lancio di Apple Intelligence, il titolo della società di Cupertino vola ai massimi di sempre, facendo registrare un tonico +5% in apertura, che riporta la società ampiamente sopra i 3 trilioni di capitalizzazione, a contendere la leadership di Wall Street a Microsoft.

Ma come funziona Apple Intelligence? E perché, al momento, sembra una tecnologia in grado di far recuperare ad Apple tutto il ritardo accumulato in questi mesi? Andiamo con ordine.

Pubblicità

Di fatto a Cupertino hanno lanciato cinque nuovi LLM (large language model), che interagiranno con Siri testualmente e vocalmente, e sono dedicati a traduzioni, immagini, coding e altro. Tuttavia non sono considerati rivali di ChatGPT. L’azienda di Tim Cook inizierà a implementare di Apple Intelligence entro la fine dell’anno. E le funzionalità saranno disponibili gratuitamente su iPhone 15 Pro e versioni successive e su tutti i Mac e iPad della serie M. L’AI di Cupertino, immaginiamo, arriverà in Italia non prima del 2025 (il lancio in autunno è previsto solo in inglese americano), si muove su due filoni paralleli: una AI on device, dunque estremamente profilata sull’utente e i suoi bisogni; e una AI più generalista, per la quale Apple si affida a ChatGPT (ma non solo). Nel primo caso, la possibilità di poter allenare un’intelligenza artificiale con dati molto personali (come la salute, le abitudini, gli spostamenti) ma anche assolutamente privati, sembra la sfida più avvincente. Quella che il mercato sta premiando, e che quando sarà pienamente fruibile, trasformera lo smartphone in un dispositivo nuovo, intelligente e più utile.

Non solo ChatGPT

A proposito di questo, in un’intervista di follow-up con Craig Federighi, VP di Apple e responsabile del software, è emerso proprio che la scelta di ChatGPT non è vincolante. Federighi ha spiegato che l’AI di supporto funzionerà più o meno come un plugin, che gli utenti potranno scegliere in futuro: «Sicuramente - ha detto - le persone avranno le loro preferenze per determinati modelli: magari qualcuno cercherà un modello ottimo per la scrittura creativa, qualcun altro per la programmazione. E quindi vogliamo consentire agli utenti di portare in definitiva un modello di loro scelta. Per questo immaginiamo di realizzare integrazioni con diversi modelli come Google Gemini in futuro. Questa è la nostra direzione».

Immagine non disponibile

Un momento dell’incontro post-keynote di ieri, con Craig Federighi, Justine Ezarik e John Giannandrea

Federighi ha anche spiegato la decisione di puntare inizialmente su ChatGPT: «è stata dettata dal fatto che Apple voleva iniziare con il meglio», ha detto.

Per visualizzare questo contenutoapri la pagina su ilsole24ore.com

La mossa vincente

La mossa vincente, al di là di quanto tempo ci vorrà per avere un’AI customizzata (magari in grado di predire se oggi faremo tardi a un appuntamento), è sicuramente il Private Cloud Compute. Perché la chiave della privacy è un fattore assolutamente primario per la fan-base della società di Cupertino, e questo Apple lo sa bene. Col Private Cloud Compute, Apple di fatto estende la sicurezza e la privacy dei suoi dispositivi nel cloud, assicurando che i dati personali degli utenti inviati al PCC non siano accessibili a nessun altro oltre all’utente, nemmeno ad Apple. Ed è la prima volta che una società tecnologica riesce a mettere in piedi una tecnologia simile.

Va però detto che per consentire al PCC di funzionare, c’è bisogno dei chip Apple Silicon. E al momento sembra proprio questo lo scoglio maggiore, perché Apple Silicon non è ovunque. Ma la strada è tracciata.

Riproduzione riservata ©
Pubblicità
Visualizza su ilsole24ore.com

P.I. 00777910159   Dati societari
© Copyright Il Sole 24 Ore Tutti i diritti riservati
Per la tua pubblicità sul sito: 24 Ore System
Informativa sui cookie  Privacy policy