Ecco come l’intelligenza artificiale sta rivoluzionando l’agroalimentare
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Dal controllo di filiera alle scelte di marketing, dallo sviluppo di nuovi prodotti al “servizio clienti”: le nuove frontiere dell’intelligenza artificiale possono impattare in modo significativo - e hanno già iniziato a farlo - su tutto il processo produttivo e distributivo dell’industria alimentare italiana. Un’analisi in questo senso è stata presentata da EY all’Assemblea di Unione Italiana Food.
«Le dimensioni del mercato dell’AI sono in continua crescita grazie all’aumento delle applicazioni, degli investimenti e della capitalizzazione di mercato. Secondo l’Artificial Intelligence Index Report 2024 della Stanford University, nel 2023 - riportano gli analisti - il settore ha attirato investimenti pari a 25,2 miliardi di dollari, quasi 9 volte superiori al 2022 e circa 30 rispetto al 2019. Il 55% delle aziende ha implementato l’AI in almeno una delle sue funzioni, e l’alimentare non fa eccezione».
Dall’analisi delle case history emergono i seguenti punti.
Controllo qualità AI-driven: integrazione di AI con tecnologie blockchain per tracciare l’intera catena di fornitura, assicurando trasparenza e promuovendo pratiche sostenibili dal produttore al consumatore.
Chabot nutrizionale: Chatbot AI che fornisce consigli personalizzati sui prodotti alimentari in base alle esigenze nutrizionali e alle preferenze dei consumatori.
Logistica intelligente: utilizzo di sistemi AI per la previsione della domanda e l’ottimizzazione delle scorte, migliorando la gestione del magazzino e riducendo gli sprechi.
Efficienza produttiva: applicazione di AI per l’analisi predittiva e la manutenzione preventiva delle attrezzature di produzione, riducendo i tempi di inattività e massimizzando l’efficienza operativa.
Targeting AI-based: impiego di algoritmi di machine learning per analizzare i dati e aumentare l’efficacia delle strategie di marketing e vendita.
R&D con AI: Intelligenza artificiale che elabora grandi volumi di dati per guidare lo sviluppo di prodotti alimentari innovativi, rispondendo rapidamente alle tendenze di mercato e alle esigenze dei consumatori.
Durante l’Assemblea sono stati forniti anche alcuni parametri economici significativi per capire l’impatto di Unionfood sull’agroalimentare italiano: secondo l’associazione di che raggruppa 530 aziende che danno lavoro a 100mila persone produttori «sette prodotti agricoli nazionali su 10 vengono acquistati e trasformati da Unione Italiana Food». Si tratta di 900 marchi per 20 settori merceologici rappresentati (tra cui pasta, dolci, gelati, cioccolato, caffè, pomodoro da industria, surgelati, sottoli e sottaceti, verdure e minestre pronte).
Il fatturato 2023 è in crescita (56 miliardi, +10%) e gli investimenti nel 2023 hanno raggiunto quota 3 miliardi.
I prodotti più performanti del 2023, con un incremento medio del +13% a valore, sono stati le conserve di frutta, di pomodori e funghi; zuppe e minestre; salse e sughi pronti; preparati per la panificazione e pasta gluten free. In valori assoluti, il primo comparto rimane il dolciario, con un valore di 18 miliardi di euro. Seguono pasta con 8,1 miliardi, i surgelati con 5,8 miliardi e i prodotti vegetali, che valgono 5 miliardi di euro e comprendono, tra gli altri, marmellate e succhi di frutta, sottoli, sottaceti e verdure pronte.
«I nostri associati sono grandi aziende centenarie che portano il nostro made in Italy nel mondo, imprese globali che operano in Italia e tante Pmi familiari. Abbiamo scelto una casa comune - afferma Paolo Barilla, presidente di Unione Italiana Food - consapevoli delle differenze ma anche di quello che ci accomuna in termini di valori, pensiero imprenditoriale, rispetto per il consumatore. Il Governo ci sta sostenendo nel nostro percorso e siamo sicuri che continuerà a farlo per il futuro. Abbiamo bisogno delle istituzioni per essere sempre più efficaci nell’utilizzo delle risorse disponibili e creare valore per tutta la filiera italiana».
Secondo i dati diffusi durante l’Assemblea, inoltre, ogni 10 prodotti alimentari italiani consumati nel mondo 4 provengono da Unione Italiana Food. «Con un valore di 21 miliardi di euro, le esportazioni pesano il 38% sul fatturato 2023 dell’Associazione. Un risultato nettamente superiore alla media dell’industria alimentare italiana (27%) - sottolinea una nota -. Nel 2023 i comparti più performanti sui mercati esteri sono stati il dolciario (+9%, in particolare le caramelle), i prodotti vegetali (+8%) e il caffè (+6%).
Emiliano Sgambato
redattore
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