Pnrr, Meloni: Italia prima per obiettivi raggiunti. «Inizia la Fase 2 ed è la più importante»
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«Oggi entriamo nella Fase 2 del Pnrr, la più importante, quella della concreta attuazione delle riforme e della messa a terra di tutti gli investimenti strategici. Fase 2, nella quale è fondamentale rendere più efficace il monitoraggio su base territoriale degli interventi del Pnrr, favorire le sinergie tra le diverse amministrazioni e i soggetti attuatori operanti nello stesso territorio e migliorare l’attività di supporto agli enti territoriali, anche promuovendo le migliori prassi». Giorgia Meloni parla alla prima riunione della Cabina di coordinamento Pnrr nelle Prefetture. «Per raggiungere questi obiettivi - viene sottolineato durante la riunione a Roma -, il governo ha previsto, con il decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, l’istituzione di una Cabina di coordinamento Pnrr permanente presso ogni singola Prefettura, composta dai rappresentanti delle amministrazioni centrali, delle Regioni, delle Province, delle Città metropolitane, dei Comuni».
Le cabine di coordinamento Pnrr saranno la sede nelle quali le amministrazioni locali e i soggetti attuatori degli interventi del Piano «potranno confrontarsi, portare all’attenzione di tutti le eventuali criticità tecniche e operative e intervenire, tempestivamente, per risolvere i problemi e trovare le soluzioni migliori. Senza disperdere il lavoro fatto che abbiamo fatto finora, il governo ha scelto di ampliare e rafforzare l’articolazione territoriale più vicina agli enti attuatori del Pnrr, che è la Prefettura, proprio nella fase della messa a terra del Piano». Attraverso l’azione dei prefetti, spiega la premier, «il governo sarà in grado di svolgere un’azione più efficace di raccordo e coordinamento, di risoluzione dei problemi e di collegamento con le Amministrazioni centrali e la Struttura di missione Pnrr». Da oggi «inizia una nuova fase e il governo conta su di voi, sul vostro impegno e sulla vostra professionalità per vincere la sfida dell’attuazione e della messa a terra del Piano nazionale di ripresa e resilienza».
«C’è il margine per costruire una maggioranza diversa al Parlamento europeo, e per politiche diverse. Se le cose non dovessero andare così, io ho già dimostrato che con buon senso l’Italia può fare da capofila su molte politiche». Così la premier Giorgia Meloni, ospite di ’Giù la maschera’, su Rai Radio 1. «Penso che l’Europa debba soprattutto cambiare nelle proprie priorità, la sfida è un’Europa che si occupi di molte meno cose rispetto a quanto ha fatto in questi anni, regolando cose minime della vita dei cittadini. Si deve tornare a un principio di sussidiarietà per cui l’Europa fa meno cose e le fa meglio. Sarebbe un cambio di passo di cui l’Europa beneficerebbe, ed è quello che vogliono i conservatori europei».
«Io penso che l’Italia sia tornata centrale e il dibattito di questa campagna elettorale lo dimostri. Dovremmo essere contenti, non ricordo che in passato l’Italia fosse particolarmente centrale. Noi come conservatori siamo gli unici che possono dare un cambio di passo», rileva ancora Meloni. «Era normale che con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen costruissi un rapporto istituzionale, certe ricostruzioni e semplificazioni italiane mi fanno sorridere. A me interessa solo portare a casa i risultati, pur stando all’opposizione dell’attuale Commissione europea». In vista è una sfida dalle conseguenze cruciali. «Io non cerco compromessi, cerco di cambiare qualcosa che non funziona e se gli italiani mi danno una mano penso di riuscirci. Un’occasione come queste elezioni europee non è mai esistita». E anche se «gli italiani vedono l’Europa come una cosa lontana» arriva un appello al voto: «L’Europa nei prossimi cinque anni si occuperà di noi».
Nelle parole della presidente del Consiglio trova spazio anche una risposta alle polemiche sul servizio pubblico. «Se si vuole mettere mano alla riforma della Rai perché la legge fatta dal Pd non va bene, per me va bene. Ma non credo sia una competenza che spetti al governo, differentemente da quando hanno fatto altri. Ma penso sia una competenza che spetta al Parlamento». I partiti della sinistra «hanno occupato manu militari un’azienda come la Rai. Occupata, occupata. E oggi che noi cerchiamo di creare un sistema più plurale, come dimostra anche la vostra trasmissione e la vostra presenza, loro vanno su tutte le furie perché ritengono che il servizio pubblico appartenga a loro. Io non penso appartenga ai partiti, io penso che appartenga ai cittadini e per il poco che mi compete cerco di rappresentare tutti quanti».
L’intelligenza artificiale «è la più grande sfida con cui oggi ci confrontiamo e vedo una politica abbastanza lenta a dare risposte rispetto a una tecnologia che può cambiare tutto». Parlando delle priorità della presidenza italiana del G7, viene indicato anche il rapporto con l’Africa. «Siamo ancora in fase di negoziazione. Abbiamo portato tra le priorità il tema e dell’Africa e l’IA», aggiunge Meloni, spiegando che «per la prima volta nella storia dell’umanità ci troviamo in un mondo in cui» per l’intelligenza artificiale, «l’uomo può non essere più necessario» quanto al mondo del lavoro. «E lo stesso vale per la democrazia, perché è pericoloso un mondo in cui non si riconosce più cosa è vero e cosa no. E si rischiano di creare svantaggi competitivi drammatici. E su questo la politica si sta procedendo lentamente».
Nicola Barone
Redattore
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