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«Sea Watch è un’organizzazione criminale»: a postare la frase su X è Elon Musk che replica così alla ong che oggi lo aveva attaccato affermando che “Musk minaccia il sistema giudiziario italiano”.
«Questi giudici devono andarsene» (These judges need to go), aveva scritto Elon Musk su X commentando il post di un utente che riportava la notizia della sospensione della convalida del trattenimento per sette migranti decisa dalla sezione immigrazione del Tribunale di Roma che si è anche rimesso alla Corte Ue.
Sono noti i buoni rapporti del tycoon americano, sponsor della campagna elettorale di Donald Trump, con la premier Giorgia Meloni. Non più tardi di qualche giorno fa, la stessa presidente del Consiglio - che da lui ha voluto farsi consegnare il “Global Citizen Award 2024” dell’Atlantic Council - a margine del Consiglio europeo, dopo aver informato su un’amichevole telefonata con Musk, lo ha definito «un valore aggiunto in questo tempo, una persona che sicuramente ha fatto delle cose straordinarie, delle cose importanti”, sottolineando: «Penso che debba e possa essere un interlocutore».
All’attacco di Musk replica il segretario generale dell’Associazione nazionale magistrati Salvatore Casciaro: «L’auspicio è che ci sia maggior rispetto istituzionale per la magistratura e per la giurisdizione. L’invito e l’auspicio è che si recuperi maggior equilibrio anche nella comunicazione».
«Siamo sconcertati per questo intervento da parte di un magnate estero potentissimo. Qui non è più in gioco l’indipendenza della magistratura ma qui si tratta della sovranità dello Stato italiano. Innanzitutto bisognerebbe pensare a questo tipo di difesa e poi a quella della giurisdizione» aggiunge la vicepresidente dell’Anm Alessandra Maddalena.
«Elon Musk ha ragione. Il 20 dicembre potrei ricevere una condanna a 6 anni di galera per aver bloccato, da ministro dell’Interno, gli sbarchi di clandestini. Visto dall’estero tutto questo sembra ancora più incredibile» scrive su Facebook Matteo Salvini, ministro, vicepremier e leader della Lega.
Ma le parole di Musk fanno rumore. E dalle opposizioni si levano subito voci di protesta. «L’attacco di Musk ai giudici italiani non solo è inaccettabile e un’ingerenza da braccio destro di Trump, ma è il segnale inequivocabile di quello che Musk vuole realizzare, ovvero costruire un’autocrazia tecnologica grazie al suo impero economico per fare a meno della democrazia. Con le sue piattaforme social, la conquista dello spazio con i suoi satelliti attraverso i quali può condizionare conflitti militari e geopolitica, come in Ucraina, pone un problema per la democrazia. Mi aspetto la condanna da parte della premier italiana delle gravissime parole di Elon Musk a difesa della nostra costituzione e magistratura» Così in una nota il portavoce di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli.
A lui fa eco il segretario di + Europa. «Chissà se i patrioti Meloni e Salvini difenderanno la sovranità italiana dalle ingerenze del miliardario americano Elon Musk che chiede ai giudici di un Paese sovrano di andarsene? Perchè Musk non si fa gli affari suoi? Forse pensa di intimidire i giudici italiani, ma l’Italia non è ancora l’Ungheria né la Russia di Putin, né tantomeno gli Usa di Trump con la giustizia assoggettata al potere politico» scrive su X Riccardo Magi.
Voci critiche si levano anche dal centrodestra. «Le parole di Elon Musk sono inopportune perché, addirittura dall’estero, alimentano uno scontro con la magistratura che il centrodestra non vuole. Non c’è un conflitto tra poteri dello Stato, tra governo e magistratura nel suo insieme, semplicemente riteniamo che alcuni tribunali abbiano preso delle decisioni sbagliate e strumentali. Per noi e’ importante, nell’interesse del Paese, affermare un principio fondamentale della democrazia: è il Parlamento che fa le leggi ed ai giudici spetta il compito di farle rispettare, nella loro autonomia, evitando interpretazioni creative. Bene ha fatto il ministero dell’Interno a costituirsi presso la Corte Europea per ribadire l’assoluto rispetto dei principi fissati dall’Ue»
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