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La variante XEC del Sars-CoV-2 preoccupa la comunità scientifica. Identificata per la prima volta in Germania durante l’estate del 2024, XEC è un ricombinante delle varianti KS.1.1 e KP.3.3 e, secondo un team di scienziati giapponesi, ha tutte le caratteristiche per diventare la variante predominante nei prossimi mesi.
Uno degli aspetti che rende XEC particolarmente preoccupante è la sua trasmissibilità, superiore rispetto alla variante attualmente dominante, KP.3.1.1. In uno studio condotto dall’Università di Tokyo, i ricercatori hanno stimato il numero di riproduzione effettiva (Re) di XEC, ovvero il numero medio di nuovi casi che una persona infetta può generare. In Paesi come gli Stati Uniti, questo valore è risultato essere 1,13 volte maggiore rispetto a KP.3.1.1, suggerendo che XEC potrebbe presto soppiantare quest’ultima.
XEC presenta due ulteriori mutazioni nella proteina Spike, elemento chiave del virus per infettare le cellule umane. Queste mutazioni sembrano conferire al virus una maggiore infettività e una capacità di evasione immunitaria superiore a quella delle varianti precedenti. Gli esperimenti condotti su pseudovirus hanno mostrato che XEC è più resistente agli anticorpi generati da infezioni precedenti con altre varianti, in particolare KP.3.3 e JN.1. Questo potrebbe spiegare perché XEC riesce a diffondersi così rapidamente nonostante l’immunità acquisita da vaccini e infezioni passate.
Dal punto di vista clinico, XEC sembra causare sintomi simili a quelli delle varianti Omicron: febbre, mal di gola, dolori muscolari e affaticamento. Tuttavia, si sta osservando un sintomo insolito che sembra essere più frequente nei pazienti infettati da XEC: la perdita dell’appetito, spesso accompagnata da diarrea e malessere generale. Questo sintomo, raramente segnalato con le precedenti varianti, sta attirando l’attenzione dei medici, soprattutto nei Paesi dove XEC è più diffusa, come Regno Unito, Stati Uniti e Francia.
Nonostante XEC non sembri causare una malattia più grave rispetto alle varianti precedenti, la sua elevata trasmissibilità rappresenta una sfida significativa, soprattutto con l’avvicinarsi dell’inverno e la concomitante circolazione di altri virus respiratori. Le autorità sanitarie prevedono un incremento dei casi, e si raccomanda la vaccinazione con i vaccini aggiornati, che offrono una buona protezione contro XEC.
In Italia, la variante è in crescita, come evidenziato dagli ultimi dati del Ministero della Salute, che segnalano un aumento della sua presenza nel contesto nazionale. Le prossime settimane saranno decisive per capire se XEC diventerà davvero la variante predominante a livello globale.
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