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Istat, cresce l’incidenza degli stranieri: sono l’8,9% della popolazione

di Redazione Roma

Declino demografico e contromisure: che Italia sarà nel 2030

Il 57,8% dei Comuni perde residenti rispetto all’anno precedente (ma nel 2022 la quota era pari al 61,3%)

16 dicembre 2024
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2' di lettura

Gli stranieri residenti in Italia arginano il calo demografico: i residenti non italiani al 31 dicembre 2023 salgono a 5,253 milioni (+21,8 per mille rispetto al 2022) e la loro incidenza sul totale della popolazione arriva così all’8,9% (era l’8,7% nel 2022). A certificarlo è l’Istat nel censimento 2023 dal quale emerge che gli “stabilmente dimoranti” nel Belpaese sono 58,971 milioni, in lieve calo (appena 25.971 persone, -0,4 per mille) rispetto all’anno precedente.

Il Sud si spopola, cresce il Nord

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L’itituto di statisitca fa notare che il leggero arretramento è il risultato di «andamenti demografici sul territorio tutt’altro che omogenei». Il calo maggiore si riscontra nel Sud (-3,7 per mille) e nelle Isole (-3,8 per mille). Perde popolazione anche il Centro (-1 per mille) mentre il Nord-ovest (+2,3 per mille) e il Nord-est (+2,0 per mille) fanno registrare incrementi. Variazioni negative in tutte le regioni del Mezzogiorno (con un picco del -8,1 per mille in Basilicata) e in tutte quelle del Centro (-3,9 per mille in Umbria). Al contrario, nel Nord (con l’eccezione della sola Valle d’Aosta), la popolazione cresce ovunque, con un massimo del +6,3 per mille nella Provincia autonoma di Bolzano.

Piccoli Comuni in difficoltà

L’arretramento demografico si misura negli uffici dell’Anagrafe dei Comuni: nel 2023 il 57,8% ha perso popolazione rispetto all’anno precedente. Ma va notato che nel 2022 la quota era pari al 61,3%. Nei restanti 3.332 Comuni (il 42,2%), in cui complessivamente risiedono 26,36 milioni di persone, si osserva invece un aumento.

Il calo di popolazione interessa soprattutto i Comuni fino a 5mila abitanti che registrano una variazione negativa nel 60,8% dei casi. In questi Comuni, che appresentano ben il 70% dei Comuni italiani e in cui risulta residente il 16,4% della popolazione, il saldo complessivo rispetto al Censimento 2022 è negativo ed è pari a circa 25mila individui.

Perde popolazione anche il 60% dei Comuni nella classe 50-100mila abitanti, dove risiede circa l’11% della popolazione. Dei 44 Comuni con oltre 100mila abitanti - dove si concentra il 23,2% dei residenti - 25 perdono popolazione rispetto al 2022, mentre tra i restanti 19 il saldo è positivo. Nei Comuni medio-piccoli (da 5mila a 20mila e quelli da 20mila a 50mila abitanti) - dove si conta circa il 50% dei residenti - poco più della metà perdono popolazione.

Un bambino ogni sei ultra 65enni

Quanto alla composizione, dal report Istat emerge che per ogni bimbo si contano 5,8 anziani a livello nazionale (erano 5,6 nel 2022, 3,8 nel 2011). L’età media della popolazione è pari a 46,6 anni (48 anni per le donne e 45,2 anni per gli uomini), in ulteriore crescita rispetto al 2022 (+0,2), portando così ancora avanti il processo di invecchiamento. La Campania, con un’età media di 44,2 anni si conferma la regione più “giovane”.


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