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Argentina, piano economico di emergenza e rinvio dei pagamenti sul debito

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Il Parlamento argentino (Reuters)

Il Parlamento argentino (Reuters)

Il provvedimento, che aveva ottenuto l’ok della camera bassa del
Congresso, dichiara un'emergenza pubblica fino al 31 dicembre 2020 e dà al governo i poteri necessari per farvi fronte

22 dicembre 2019
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2' di lettura

Il Senato argentino ha approvato in via definitva un pacchetto economico di emergenza che include aumenti delle tasse e delle spese sociali.
Il provvedimento, che aveva ottenuto l’ok della camera bassa del Congresso, dichiara un'emergenza pubblica fino al 31 dicembre 2020 e dà al governo i poteri necessari per farvi fronte.

La legge impone una tassa del 30% sugli acquisti di dollari e permette al governo di imporre tasse sulle esportazioni - fino al 33% sulla soia, 15% sul mais, 8% sugli idrocarburi e minerali e il 5% su alcuni prodotti finiti - per incentivare il consumo interno.

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Il Governo si è impegnato a utilizzare il 70% delle nuove entrate per i programmi sociali e il resto per le infrastrutture e gli alloggi. Il presidente Alberto Fernández si trova ad affrontare grandi sfide economiche: Il Pil dovrebbe ridursi del 3% quest'anno, con l'inflazione al 55% e un tasso di povertà del 40 per cento.

Gli acquisti di dollari da parte degli argentini sono stati severamente limitati per contenere la fuga di capitali, e il paese deve al Fondo Monetario Internazionale e creditori privati circa 100 dollari miliardi. Il tasso di povertà ufficiale è di poco superiore al 35%, ma studi indipendenti indicano che quest'anno potrebbe raggiungere il 40 per cento.

Intanto, venerdì scorso il Governo ha rinviato al 31 agosto il pagamento di titoli denominati in dollari per un valore di 9 miliardi. Sono esentati dal rinvio i cittadini privati e le province. Subito dopo l’annuncio l’agenzia di rating Fitch ha declassato l’Argentina a «default ristretto», mentre Standrad & Poor’s ha deciso per un downgrade a «default selettivo». Un film già visto che prelude a una nuova ristrutturazione del debito argentino, che in tutto ammonta a circa 330 miliardi di dollari.

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