di Marisa Marraffino
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Mentre il governo vara le nuove restrizioni per contenere il covid, i tribunali stanno applicando le norme speciali, amministrative e penali, varate da inizio emergenza.
Cosa rischia oggi chi viola i divieti? Chiunque viola le misure di contenimento previste nei vari decreti volti a contrastare l'epidemia in corso rischia in genere la sanzione amministrativa da 400 a 1.000 euro e non trova applicazione il reato di cui all'articolo 650 del codice penale. La sanzione amministrativa scende a 280 euro se si paga entro 5 giorni.
Si rischia il processo penale soltanto nei casi più gravi. Ad esempio se si dichiara il falso durante i controlli o se si esce di casa violando la quarantena.Se ad esempio si è sorpresi mentre si va a trovare un amico durante il coprifuoco o senza giustificazioni, nelle zone in cui è vietato, meglio non mentire, visto che al posto della multa le Procure di tutta Italia stanno contestando il reato di falsa attestazione a un pubblico ufficiale, previsto dall'articolo 495 del codice penale e punito con la reclusione da uno a sei anni, anche se alcuni Gip come è successo al Tribunale di Reggio Emilia hanno assolto dal reato perché i dpcm che limitano gli spostamenti sarebbero in contrasto con l'art. 13 della Costituzione.
In questi casi vengono però notificati i decreti penali di condanna che dovranno essere impugnati perché la pena non diventi definitiva.Uscire di casa se si è positivi al Covid, contagiando altre persone, potrebbe invece far scattare il reato di epidemia colposa che prevede una pena da sei mesi a tre anni.Negli altri casi, chi non rispetta la quarantena rischia la reclusione da 3 a 18 mesi, oltre a un'ammenda da 500 a 5.000 euro, come previsto dall'articolo 7 del decreto legge 19/2020. La violazione dell'isolamento fiduciario, in caso di attesa del tampone o di contatto ritenuto a rischio rientrerebbe invece nelle sanzioni amministrative e non penali.
A livello astratto se si sa di essere positivi e intenzionalmente ci si avvicina a un soggetto fragile senza protezioni potrebbero essere contestato anche il reato di lesioni a titolo di dolo eventuale, visto che si accetta implicitamente il rischio di poter infettare la vittima, oppure più verosimilmente di colpa cosciente se il soggetto agisce nella convinzione che il contagio non si verificherà, pur avendolo previsto. Difficile però in concreto accertare il nesso di causalità, vista la modalità di condotta e l'incertezza nella trasmissione del virus che può transitare da contatti diversi.
Per approfondire:
● Il Viminale: così i controlli sugli spostamenti in treno, auto e aereo
● Coronavirus, cosa rischia chi non rispetta le restrizioni del decreto
● Legislazione speciale di emergenza, senza se e senza ma
Marisa Marraffino
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