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Partiranno da settembre le restrizioni olandesi all’esportazione di tecnologia per la produzione di chip elettronici, lo ha annunciato il governo venerdì: le aziende che esportano attrezzature avanzate per la produzione di semiconduttori dovranno ottenere una licenza prima di esportare. Le limitazioni erano state introdotte a marzo su pressione degli Stati Uniti e fortemente criticate dalla Cina che le ha definite «molestie ed egemonia» da parte dell’Occidente, anche perché i Paesi Bassi sono il principale produttore europeo di chip, componenti elettronici essenziali per smartphone, auto connesse e attrezzature militari.
La decisione è stata presa «nell’interesse della sicurezza nazionale», ha dichiarato il ministro del Commercio estero olandese Liesje Schreinemacher poiché, si legge in una nota dell'esecutivo, «i semiconduttori possono dare un contributo fondamentale ad alcune applicazioni militari avanzate». Con ogni probabilità le restrizioni riguarderanno il gruppo olandese Asml, tra i maggiori produttori europei di macchinari per la produzione di semiconduttori, e in particolare le macchine «Deep Ultraviolet» (Duv), tecnologia utilizzata per stampare circuiti miniaturizzati sui microprocessori, in cui l’azienda è specializzata.
Asml tuttavia, nonostante le misure, non prevede un impatto materiale sulle prospettive finanziarie. La società produce anche macchine«Extreme Ultraviolet» (Euv) per la produzione di chip elettronici ancora più sofisticati, già comparse in un accordo multilaterale firmato da una quarantina di Paesi, tra cui Usa e Paesi Bassi, che regola il controllo delle esportazioni di tecnologie a doppio uso civile-militare.
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